Terremoto ai Musei civici. Si dimette
a sorpresa il presidente Hartsarich

Sabato 29 Agosto 2015 di Davide Scalzotto
Terremoto ai Musei civici. Si dimette a sorpresa il presidente Hartsarich
VENEZIA - In questi casi si dice "un fulmine a ciel sereno". Succede quando arrivano dimissioni che non ti aspetti. E quelle di Walter Hartsarich, da oggi ex presidente della Fondazione Musei Civici di Venezia, sono dimissioni calate all’improvviso.



Lui le motiva così: «scelte personali: a settembre ho alcune questioni private da sistemare». Ma vien da pensare che il cielo della Fondazione non sia molto sereno, se appena lo scorso giugno il neo sindaco Luigi Brugnaro (che della Fondazione è vicepresidente) aveva prorogato il consiglio di amministrazione almeno fino a settembre, al pari delle altre società comunali. «In realtà da giugno a oggi sono subentrate ragioni personali», ribadisce Hartsarich, che in un comunicato stampa ringrazia la direttrice Gabriella Belli, il cda e il segretario organizzativo Mattia Agnetti. Da parte sua Brugnaro ha appreso la notizia ieri. «Non conosco i motivi delle dimissioni - ha detto il sindaco - Personalmente non ho che da ringraziare Hartsarich». Tuttavia non si può non notare come le dimissioni siano giunte nel pieno della polemica attorno alla mostra fotografica sulle grandi navi del fotografo Berengo Gardin, che i Musei Civici volevano inizialmente organizzare a palazzo Ducale, ma sulla quale il sindaco è intervenuto chiedendo un rinvio per presentare una mostra più completa, non solo di denuncia. Ogni precisazione in merito, da parte della Fondazione, è arrivata dalla direttrice Gabriella Belli, mentre il silenzio di Hartsarich è già di per sè un segnale di un certo fastidio per questa "correzione di rotta". Brugnaro nega che ci siano state frizioni, su questo fronte, ma è innegbile la concidenza temporale delle dimissioni.



Padovano, proveniente dal mondo della comunicazione e del marketing, Hartsarich era arrivato a Venezia nel dicembre 2010 indicato dal presidente uscente, Sandro Parenzo, il quale a sua volta era stato richiamato al timone della Fondazione dal sindaco Orsoni dopo la breve e infelice esperienza di David Landau. La missione di Hartsarich doveva essere quella di trovare finanziatori, i "schei". Mentre alla Belli era delegato il compito di allestire le mostre.



«In questi 5 anni abbiamo incrementato il fatturato e conseguito grandi risultati - dice Hartsarich - Lascio una Fondazione che ha programmi ambiziosi, come il progetto del Grande Correr che dovrebbe diventare il museo della città, con l’apertura delle sale dedicate a Canova in ottobre. Oltre al Correr, abbiamo rilanciato palazzo Mocenigo e il Fortuny, abbiamo pronta la sezione del Museo di storia naturale dedicata alla laguna che sarà pronta nel 2017. E l’ambizioso rilancio della Pescheria di Rialto, dove serviranno sostanziosi investimenti per aprire un museo tutto veneziano. Ma Gabriella Belli saprà lavorare bene».



Il presidente dimissionario difende il suo lavoro, ma in questi anni le critiche non sono mancate: mostre andate male (come quella di Manet a palazzo Ducale), difficoltà di reperire sponsor, quella causa persa con Eni per un contenzioso da centinaia di migliaia di euro legato a un contratto di sponsorizzazione e quella partenza col piede sbagliato quando, nel 2011, Hartsarich finì sulla graticola perché si era attribuito uno stipendio di 60mila euro l’anno, caso unico per una Fondazione e soprattutto in contrasto con lo statuto. Ora il cda resterà in sella senza presidente, ma con il sindaco Brugnaro come vice e i consiglieri Alvise Alverà, Carlo Fratta Pasini e Roberto Zuccato. Fino a quando il sindaco non sceglierà una nuova guida.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci