Solo oro sul ponte di Rialto: pioggia di
multe per chi vende souvenir e altra merce

Venerdì 4 Maggio 2012 di Roberta Brunetti
Un negozio sul ponte di Rialto (archivio)
VENEZIA - A Rialto solo oro. E se di oro non si tratta fioccano multe salatissime, cos tanto che in due anni gi due attivit sono state costrette a chiudere.



Le severe norme di commercio si rifanno ad un vecchio regolamento del 2001. Quello che doveva bloccare l’avanzata dei souvenir in alcune zone della città (oltre all’intera insula di Rialto, via Garibaldi, Santa Margherita e San Leonardo) e che per il ponte di Rialto, in particolare, consente «nuove aperture, trasferimenti ed ampliamenti di attività commerciali e/o artigianali riguardanti esclusivamente oggetti preziosi, d’arte, articoli d’antiquariato e numismatica e di filatelia.



L’ultima "vittima" di questo regolamento è di qualche giorno fa. A calare le serrande un negozio di bigiotteria. Bigiotteria di qualità, non i classici oggettini "made in China". Quest’estate la titolare, che gestisce già un altro negozio a San Marco, aveva preso in affitto il locale dell’oreficeria Luciani, lato San Bortolo del ponte. Ma non vendeva gioielli o altra merce consentita: hanno osservato i vigili urbani. La titolare della nuova bigiotteria non aveva i capitali per trasformarsi in una gioielleria. E così ha chiuso i battenti, dopo aver pagato ben due multe: 5 mila euro perché non vendeva gioielli, e altre 5 mila perché non aveva la licenza per venderli, per un totale di 10 mila euro. Era già successo anche al precedente "inquilino" della stessa bottega. «Quello che più mi fa arrabbiare è che mi hanno fatto chiudere tirando in ballo il decoro del ponte, con quello che c’è in giro - sottolinea Cecilia Rossetti, titolare della bigiotteria - Io vendo bigiotteria importante, non chincaglieria, ma non c’è stato nulla da fare». Ma quello che sorprende, in questa vicenda, è come una norma tanto restrittiva non abbia in realtà prodotto risultati, al di là di qualche multa, e la qualità del commercio sul ponte sia in picchiata libera.



Su 22 negozi, a vendere solo preziosi sono rimasti in quattro. C’è qualche altro negozio di qualità, per carità. Ma a farla da padrone sono vetro e souvenir di scarso valore. La vera novità di questi ultimi anni è proprio l’abbassamento della qualità della merce in vendita. Un paio d’anni fa, sul lato San Giacometto del ponte, ha aperto un negozietto di souvenir scontati al 50%. Molti, più che negozi, sembrano banchetti. E un paio - alla faccia dei vigili - si sono dotati anche di prolunghe fai da te, in compensato, poggiate sui gradini, cariche di oggettini. Degrado commerciale parallelo a quello fisico del ponte.
Ultimo aggiornamento: 28 Maggio, 10:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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