Scandalo Mose, i verbali completi
dell'interrogatorio di Giorgio Orsoni

Sabato 14 Giugno 2014
Orsoni, nel primo giorno da ex sindaco
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VENEZIA - Una giornata da normale cittadino, o quasi. All'indomani delle dimissioni e del distacco della spina a tutta la giunta di Venezia, l'ormai ex sindaco Giorgio Orsoni si concede alcune ore lontano dai riflettori dei media e della politica.



Chi lo conosce bene racconta la sua rabbia stamane alla lettura dei giornali, soprattutto quelli stranieri, nei quali viene dipinto come un sindaco 'dimissionato' dal segretario del Pd Matteo Renzi dopo la richiesta di patteggiamento sulla vicenda Mose.



Il premier, peraltro, il suo pensiero lo scandisce anche oggi all'assemblea dei Democratici: «quando uno di noi, iscritto o meno, patteggia per una operazione di finanziamento illecito, chiediamo di fare passo indietro. Chi patteggia significa che è colpevole, chi è colpevole è giusto che non faccia il sindaco».



In platea a Roma anche il segretario provinciale veneziano Marco Stradiotto, che ha convocato per lunedì sera una direzione a Marcon. «Noi abbiamo il dovere di non nasconderci dietro un dito - sostiene - ma al tempo stesso di non dividerci al nostro interno».



Il cellulare di Orsoni è staccato o suona invano, inutile tentare di raccogliere le sue parole. L'umore è ancora cupo. Tanto più che il professore, in questa virtuale partita a scacchi politico-giudiziaria, sta preparando con cura la mossa di lunedì in vista della seduta del consiglio comunale a Mestre.



Tra le incognite, soprattutto la posizione dei 24 consiglieri che ieri erano pronti a dimettersi contemporaneamente se Orsoni non avesse fatto un passo indietro. A loro non è per nulla piaciuta la risposta del sindaco-avvocato di 'licenziare' in un sol colpo tutti gli assessori.



«È stato un gesto inconsulto del tipo 'muoia Sansone con tutti i filistei' - sostiene Beppe Caccia, consigliere municipale della lista In comune - Adesso dobbiamo valutare il da farsi».



«Non intendo partecipare al Consiglio comunale - annuncia Gian Luigi Placella (M5s) - perché per me è una farsa.

Il sindaco non può partecipare da solo, senza giunta, ad un consiglio con il quale si è preso a coltellate».



Intanto spuntano le 26 pagine di verbale di cinque giorni fa:

1 by Gazzettino
 

2 by Gazzettino
 

3 by Gazzettino



Il parlamentare ed ex segretario comunale di Venezia del Pd, Michele Mognato, non ha «mai partecipato ad alcun incontro» né «mai ha comunque trattato di finanziamenti» per la campagna 2010 a sostegno della candidatura a sindaco di Giorgio Orsoni. Lo sostengono gli avvocati Alicia Mejia Fritsch e Alfredo Zabeo, legali di Mognato. I due avvocati precisano inoltre che dalla primavera 2008 fino alla scadenza elettorale del 2010 Mognato ricopriva la carica di assessore e vicesindaco (dalla fine del 2009), «non quindi - ribadiscono - la carica di segretario provinciale o comunale, e quindi privo di qualsiasi funzione politica idonea a chiedere al professor Orsoni la candidatura». I rapporti tra Mognato e Orsoni risalgono alla giunta Costa, nella quale il primo ricopriva la carica di vicesindaco e il secondo di assessore al patrimonio. «Dopo la conclusione di quell'esperienza amministrativa - concludono i legali - le occasioni di incontro furono diradate e sporadiche».



Davide Zoggia diede solo «indicazioni esclusivamente di natura politica, e in modo particolare per la venuta a Venezia di personalità politiche di rilievo nazionale», alla campagna elettorale di Giorgio Orsoni nel 2010 per il Comune di Venezia. Lo precisano in una nota gli avvocati Gianluca Luongo e Marta De Manincor, legali del parlamentare veneziano, riferendosi ad affermazioni del sindaco dimissionario relative al ruolo dell'allora responsabile nazionale Enti locali del Pd. Un apporto, sostengono i legali, «che è stato lo stesso che Zoggia ha riservato a tutti i candidati alle elezioni locali del 2010». «Mai - puntualizza la nota - si occupò di indicare membri dello staff elettorale al professor Orsoni, che come noto non è persona che si lasci 'eterodirigere' nelle proprie scelte. Lo stesso on. Zoggia non fece mai parte in maniera organica del Comitato Elettorale, del quale erano membri i segretari cittadini dei partiti che componevano la coalizione, e la sua presenza fu richiesta da più parti politiche per dimostrare la vicinanza della segreteria nazionale alla candidatura a sindaco del professor Orsoni», ribadendo che il parlamentare non partecipò mai ad alcun incontro in cui si fosse parlato di finanziamenti elettorali.





 

Ultimo aggiornamento: 4 Marzo, 09:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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