Agenzia di pompe funebri "sfrattata"
dall'ospedale: «È concorrenza sleale»

Martedì 11 Febbraio 2014 di Maurizio Dianese
Agenzia di pompe funebri "sfrattata" dall'ospedale: «È concorrenza sleale»
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MESTRE - L’impresa di pompe funebri "Dell’Angelo" deve fare le valigie. Non può più esercitare all’interno dell’ospedale dell’Angelo. Lo dice il Comune di Venezia - assessorato al Commercio - che chiede all’azienda di Paolo Lucarda di far fagotto. Ovviamente Lucarda farà ricorso al Tar - annuncia lo studio legale Fenzo che difende le ragioni dell’impresa di onoranze funebri dell’Angelo. E così nemmeno stavolta si scriverà la parola fine su una vicenda che dura da quando l’ospedale di Mestre ha aperto i battenti, nel 2008.



Il fatto è che di mezzo c’è il business eterno e milionario del caro estinto. I concorrenti di Lucarda - cioè tutte le imprese di onoranze funebri - sostengono che chi ha il "negozio" dentro l’ospedale a tutti gli effetti è favorito. Lucarda sostiene di non essere dentro l’ospedale, ma dentro l’area commerciale dell’ospedale, che non ha nulla a che vedere con l’ospedale. Questione di lana caprina? Certo. Ma adesso che succede? In teoria Lucarda dovrebbe smettere di prendere ordinativi per nuovi funerali e iniziare a fare il trasloco, ma il ricorso al Tar blocca il provvedimento del Comune. Dunque non succede nulla, per ora.



Se non che c’è il tempo per analizzare la questione e per vedere quanto grande sia la figuraccia che ci fa il Comune. Perchè nel 2008, quando Lucarda presenta la Dichiarazione d’inizio attività, in Comune non si scompongono. Nonostante il dirigente della Direzione ambiente e sicurezza del territorio segnalasse "l’opportunità di rigettare la Dia", l’assessorato al commercio, sentita l’avvocatura civica, dà il via libera. Passano gli anni e il Comune continua a far finta di pomi, poi un giorno riceve una segnalazione della Regione Veneto, Servizio Promozione e Sviluppo Igiene e sanità pubblica. Che cosa dice la Regione? «Segnala la presenza di una impresa funebre all’interno della struttura sanitaria ospedale dell’Angelo». Embè, che devo fare, chiede il Comune alla Regione? Ah non lo so, io dovevo solo segnalare, è la risposta del Servizio promozione e sviluppo e blablabla.



E così la storia va avanti fino ad oggi quando il Commercio - sentita di nuovo l’avvocatura civica - ritira la concessione a Lucarda. Ma è uno degli argomenti utilizzati per ritirare la concessione che fa più ridere degli altri. "Recentemente è stata inaugurata in presenza del Direttore generale dell’Ulss 12 - scrive il Comune nel provvedimento di revoca - l’insegna "Ospedale dell’Angelo" posizionata nell’area esterna della struttura nella quale trovano collocazione l’Ospedale, le attività commerciali di supporto e l’attività in questione." Dunque, siccome c’è l’insegna "ospedale", tutto quello che c’è dietro l’insegna è ospedale - ragiona, si fa per dire - il Comune. E siccome in ospedale non ci possono stare imprese di pompe funebri - lo dice una legge regionale del 2010 - ecco pronto il provvedimento di revoca della concessione ad esercitare l’attività dentro l’ospedale. Chiaro, no? Peccato che la questione stia esattamente in questo e cioè nello stabilire se l’area commerciale dell’ospedale sia dentro l’ospedale o no. Adesso tocca al Tar scrivere la prossima puntata della telenovela.





Ultimo aggiornamento: 16:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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