Commercianti abusivi, la farsa
delle multe: non si incassa un euro

Mercoledì 8 Aprile 2015 di Michele Fullin
Commercianti abusivi, la farsa delle multe: non si incassa un euro
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VENEZIA - Dei circa sei milioni di multe per la repressione e prevenzione di atti illeciti accertate a bilancio nel 2013 dal Comune solo un milione e 400mila euro sono stati incassati effettivamente alla fine dell’anno. "Colpa" soprattutto delle sanzioni rifilate ai venditori abusivi stranieri (prevalentemente di nazionalità senegalese o del Bangladesh): non le paga nessuno. Anzi, dal Comando della polizia municipale ribadiscono che mai un euro è stato introitato dalle sanzioni comminate agli abusivi stranieri, ma quando questi vengono sorpresi a svolgere un comportamento illecito gli agenti non hanno altra scelta che sanzionarli e sequestrare la merce.



L’importo medio della sanzione è di circa 5mila (2mila 500 è l’importo minimo), che moltiplicato per circa 400 sanzioni elevate nell’anno fanno due milioni. Importo non sufficiente a spiegare da solo lo scarto tra accertato e riscosso, ma che certamente indica come quello sia un problema. Del resto, le multe rappresentano una piccola parte dell’attività contro il commercio abusivo, che si concretizza soprattutto in verbali di rinvenimento merce, che comporta il sequestro e la successiva confisca e distruzione ma non le inutili sanzioni ai venditori. Le nuove norme, a dire il vero, prevedono anche sanzioni agli acquirenti, ma la campagna informativa necessaria per legge non è mai partita per carenza di fondi.



Il resto delle multe è rappresentato da sanzioni comminate ad aziende regolari, che per i motivi più diversi non hanno ancora regolarizzato la propria posizione: ricorsi e situazioni di insolvenza su tutte.

Anche per questo motivo, Ca’ Farsetti è finita nel mirino dell’ultima ricerca del Sole 24 ore sugli enti locali, dedicata alla capacità di riscossione su dati del 2013. Nel campo delle entrate extratributarie, nella ricerca il Comune risulterebbe aver riscosso solo il 47,6 per cento delle entrate extratributarie, che sono per lo più proventi da multe, altre sanzioni, tariffe e affitti. Una percentuale che pone Venezia tra le ultime 15 città capoluogo d’Italia come capacità di riscuotere le sue entrate. Ben diverso, invece, il dato delle entrate tributarie, che pone la città nella parte alta della ipotetica classifica. «Difficile spiegare in due parole una situazione che peraltro non conosco, essendo riferita al 2013 - spiega il subcommissario al Bilancio, Vito Tatò - certo è che buona parte delle entrate extratributarie ha un riferimento temporale che non coincide quasi mai con l’anno di riferimento. Mi spiego: tra la contestazione di una sanzione al Codice della strada e la relativa notifica possono passare anche mesi. Poi ci sono i ricorsi, abbastanza frequenti. Se si considera un periodo più lungo, invece si vedrà che le riscossioni ci sono».



Infatti, facendo riferimento ad un arco di 5 anni, il 99,4 per cento per cento delle entrate extratributarie viene riscosso. Tutte, insomma, meno le multe agli abusivi.
Ultimo aggiornamento: 20:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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