Il barista etico che aveva tolto
le slot è costretto a rimetterle

Venerdì 28 Febbraio 2014 di Elisio Trevisan
Il barista etico che aveva tolto le slot è costretto a rimetterle
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MESTRE (VENEZIA) - Una lacrima gli riga una guancia mentre racconta. Dice che è colpa della congiuntivite ma è la rabbia che trova sfogo nonostante la voglia trattenere. Perché in bar nessuno deve pensare che lui rifiuti quei maledetti giochi elettronici. Senza le slot che arricchiscono enormemente le grandi società concessionarie e puntellano i bilanci scalcinati dello Stato, drenando i soldi direttamente dalle pensioni degli anziani, dalle casse integrazioni o dagli stipendi, senza quelle macchinette il bar può anche chiudere. Il suo, quello di Carlo Rossi (un nome di fantasia perché, per la clientela e per i rapporti con i fornitori, non può permettersi di apparire), è un bar di Mestre, della zona Nord della città ma in realtà non fa tanta differenza: la situazione, a parte qualche sfumatura, è simile in tutto il territorio anche se particolarmente più pesante nelle zone periferiche.



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