Imprenditore suicida, due lettere
a moglie e segretaria

Mercoledì 4 Febbraio 2015 di Mauro De Lazzari
Maurizio Bernardi
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MESTRE - Non ci sono dubbi, Maurizio Bernardi ha deciso di farla finita per colpa della crisi.

Le difficoltà finanziarie che hanno già portato molti imprenditori, e non solo, a compiere gesti estremi, hanno fatto, purtroppo, un'altra vittima.

Maurizio Bernardi si era "fatto da solo", come si usa dire, aveva avviato a Mestre un'attività di ricambi e accessori per auto che successivamente era stata estesa anche a Udine e a Treviso, ma poi, complice il perdurare della crisi, gli affari hanno cominciato a diminuire e in piedi è rimasto solo il negozio di Mestre con un numero ridotto di dipendenti.

Il pensiero di non farcela e la paura di dover chiudere quell'attività alla quale era legato da una vita, sono cresciuti fino a diventare un tarlo inesorabile e così, a 64 anni, gli ha preso uno scoraggiamento tale che lo ha portato a credere che non ci fossero alternative a quell'ultimo disperato gesto. Prima di uccidersi ha lasciato due lettere, una alla moglie e una alla segretaria di una vita.

A parlarci di Maurizio Bernardi è un suo caro amico, Pier Luigi Danesin.

Che tipo era Maurizio?

«Innanzitutto un grande lavoratore e una brava persona, di compagnia e con la battuta sempre pronta. Abbiamo cominciato a frequentarci parecchi anni fa quando le nostre figlie erano alla scuola elementare. Da allora non ci siamo più persi di vista.

In cosa consisteva il suo lavoro?

«Suo padre aveva una piccola officina di motori elettrici a Mestre, ma quando Maurizio tanti anni fa subentrò diede un indirizzo diverso all'attività specializzandosi nella vendita di ricambi ed accessori per auto e moto ed, in particolare, di batterie. Erano altri anni e gli affari andavano piuttosto bene, al punto che la "Bernardi service", oltre a Mestre aprì anche una filiale a Treviso ed una in Friuli, a Udine».

E poi cosa è avvenuto?

«È capitato un po’ quello che sta capitando a tutti noi, visto che anch'io sono un imprenditore così come lo sono altri nostri amici, e cioè che in presenza di minori affari si teme di non potercela fare e subentra la paura di non riuscire a far fronte alle spese e, soprattutto, alle esposizioni bancarie. Ne parlavamo spesso quando eravamo tra di noi e ci consolavamo a vicenda dicendoci che prima o poi "dovrà pur finire questa maledetta crisi". Sono momenti in cui c'è chi trova la forza di resistere e c'è chi, invece, viene sopraffatto dalle preoccupazioni ed entra in una fase di perenne angoscia».

Ultimo aggiornamento: 20:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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