L'amministratore confessa: «Niente soldi
è un disastro, sono un uomo morto»

Sabato 5 Ottobre 2013 di Maurizio Dianese
Il palazzo che ospita l'ufficio dell'amminitstratore
MESTRE - Sono morto. Sono un uomo morto. La patente di ladro? Me la merito. I fatti sono quelli, non c’ da discutere. I soldi non ci sono e io ho messo in difficolt tanta gente, ho tradito la fiducia di un sacco di persone. Posso solo dire che in tasca non mi sono messo un cent. Semmai ho messo del mio. Pagavo per coprire i buchi. Ma ad un certo punto ho visto che non c’ero più con la testa e che non ero in grado di andare avanti a gestire questo disastro.»

E’ disperato, Pietro Piva, l’amministratore di condominio coinvolto in un crac di proporzioni ancora incerte, ma che viaggia tra uno e due milioni di euro. Gli si può credere o pensare che siano lacrime di coccodrillo e lui stesso si rende conto che è difficile credere che questa non sia la solita storia del solito amministratore di condominio che si intasca i soldi delle bollette e dei lavori di manutenzione, delle donne delle pulizie e dell’espurgo pozzi neri.



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Ultimo aggiornamento: 7 Ottobre, 13:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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