VENEZIA - La lettera stata inviata all’ufficio di Conegliano dell’Ispettorato centrale Repressione frodi. E una copia arrivata anche al sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni.
Di mezzo c’è un minimo comun denominatore squisitamente turistico e in qualche modo veneziano: primo accaparrarsi i clienti; secondo, cercare di metterci una pezza dopo aver venduto la... pelle dell’orso. Pardon, una camera a più turisti facendoli pernottare tutti insieme appassionatamente in piena promiscuità in un unico appartamento.
É la vicenda di una famiglia francese composta da quattro persone, uno delle quali disabile che, dalla loro cittadina Nogent sur Marne (ad est di Parigi), decide nel marzo scorso di trascorrere una vacanza nella Serenissima, in un momento clou della stagione turistica: dal 31 agosto all’8 settembre di quest’anno.
Attraverso un sito internet specializzato, prenota al prezzo di 2.052 euro tutta la vacanza affidandosi ad un "Bed and breakfast" in centro storico, nella zona di San Polo, a ridosso del Canal Grande, vicino al Mercato di Rialto, e di fronte alla Ca’ d’Oro. Posto splendido. La struttura ricettiva appena ricevuto il messaggio, conferma. E tutto sembra filare liscio. Ma il bello arriva proprio a fine agosto 2013, cinque mesi dopo, quando la famigliola francese arriva in Laguna. E qui, dopo aver ricordato al gestore, l’arrivo con tre giorni di anticipo via email, ottenendone conferma, arriva la "sorpresina": il gestore del locale aveva affittato a terzi la stessa camera/appartamento, almeno per i primi quattro giorni della permanenza in città del gruppetto francese. Risultato? Ci pensa lo "stellone" italico: il gestore, senza tener conto della presenza di un disabile, propone al gruppetto un altro appartamento, con sessanta scalini da fare, piccole finestre e - udite udite - addirittura in condivisione con altri inquilini, almeno per la prima notte.
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Ultimo aggiornamento: 21:00
© RIPRODUZIONE RISERVATA Di mezzo c’è un minimo comun denominatore squisitamente turistico e in qualche modo veneziano: primo accaparrarsi i clienti; secondo, cercare di metterci una pezza dopo aver venduto la... pelle dell’orso. Pardon, una camera a più turisti facendoli pernottare tutti insieme appassionatamente in piena promiscuità in un unico appartamento.
É la vicenda di una famiglia francese composta da quattro persone, uno delle quali disabile che, dalla loro cittadina Nogent sur Marne (ad est di Parigi), decide nel marzo scorso di trascorrere una vacanza nella Serenissima, in un momento clou della stagione turistica: dal 31 agosto all’8 settembre di quest’anno.
Attraverso un sito internet specializzato, prenota al prezzo di 2.052 euro tutta la vacanza affidandosi ad un "Bed and breakfast" in centro storico, nella zona di San Polo, a ridosso del Canal Grande, vicino al Mercato di Rialto, e di fronte alla Ca’ d’Oro. Posto splendido. La struttura ricettiva appena ricevuto il messaggio, conferma. E tutto sembra filare liscio. Ma il bello arriva proprio a fine agosto 2013, cinque mesi dopo, quando la famigliola francese arriva in Laguna. E qui, dopo aver ricordato al gestore, l’arrivo con tre giorni di anticipo via email, ottenendone conferma, arriva la "sorpresina": il gestore del locale aveva affittato a terzi la stessa camera/appartamento, almeno per i primi quattro giorni della permanenza in città del gruppetto francese. Risultato? Ci pensa lo "stellone" italico: il gestore, senza tener conto della presenza di un disabile, propone al gruppetto un altro appartamento, con sessanta scalini da fare, piccole finestre e - udite udite - addirittura in condivisione con altri inquilini, almeno per la prima notte.
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