In manette l'aggressore dell'anziano,
ma subito va agli arresti domiciliari

Mercoledì 12 Settembre 2012 di Maurizio Dianese
Giuseppe De Simone, l'arrestato e la zona dell'aggressione a Mestre
VENEZIA - Arrestato. E l’accusa, contestata dalla Procura, di tentato omicidio. Dunque, le scuse non hanno salvato Giuseppe De Simone, 28 anni, dalle manette. Il pm aveva chiesto che fosse messo in galera, indagandolo per tentato omicidio, il Giudice per le indagini preliminari Antonio Liguori invece ha deciso per gli arresti domiciliari, ipotizzando il reato di lesioni gravissime, ma è chiaro che la posizione di De Simone si è aggravata.



La polizia e il pm Stefano Buccini non hanno creduto alla versione offerta da De Simone e nemmeno a quel che hanno raccontato gli altri 5 complici. In qualche modo si sospetta che si siano messi d’accordo per far passare una versione edulcorata, tipo «eravamo ubriachi, uno solo ha colpito, non volevamo far del male, non ci rendevamo conto di quello che è successo». Non è così ed è molto probabile che la stessa gravissima imputazione sia fra non molto allargata ad almeno altri due componenti della banda che ha massacrato di botte Gabriele Sinopoli, rischiando di ammazzarlo.



Ieri il Gazzettino aveva riportato la versione proprio di Giuseppe De Simone il quale dichiarava di essersi vergognato di quel che aveva fatto e di essere pronto a chiedere scusa alla famiglia Sinopoli. Nel frattempo però la polizia del Commissariato di Mestre continuava a lavorare sulla vicenda e metteva a nudo le bugie di De Simone. E così ieri pomeriggio la polizia ha consegnato a De Simone l’ordine di restare in casa.



Arresti domiciliari vuol dire che deve restare tappato nell’appartamento di via della Rinascita 124, una strada dove peraltro abitano anche tutti i suoi amici che hanno partecipato alla notte brava. E a De Simone per adesso gli è andata pure bene. Per un soffio infatti non è finito a Santa Maria Maggiore, come richiesto dal p.m., secondo il quale De Simone si è reso responsabile di «atti diretti in modo non equivoco a cagionare la morte di Gabriele Sinopoli, il quale veniva colpito con violenti pugni sulla testa che causavano un trauma cranico con fase di perdita di conoscenza non immediata e attualmente connotata da stato comatoso imposto farmacologicamente, implicante pericolo di vita».



Intanto per fortuna le condizioni di Gabriele Sinopoli stanno migliorando. Ieri è stato dimesso dal reparto di Rianimazione ed è stato trasferito in medicina dove continuerà le cure e la lentissima riabilitazione. Sinopoli è fuori pericolo grazie all’intervento di riduzione dell’emorragia cerebrale effettuato dal dott. Franco Guida di Neurochirurgia e alle cure dei medici e degli infermieri di Rianimazione. Oggi, alle 20.30, la fiaccolata antiviolenza - parte dal Toniolo - promossa dai parenti di Sinopoli. I familiari di Sinopoli, attraverso l’avvocato Renato Alberini, ringraziano forze dell’ordine, magistratura e la collettività tutta per l’attenzione dedicata al caso.



«Questo provvedimento ha un significato importante: che non si possono commettere fatti del genere senza conseguenze - spiega l’avvocato Alberini - Qui non si tratta di vendetta, ma di un monito per tutti. Il segnale che la giustizia ancora funziona».
Ultimo aggiornamento: 12 Aprile, 14:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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