Otto ore di terrore: «Assalita, legata
poi pestata e stuprata dall'evaso»

Venerdì 17 Ottobre 2014 di Raffaella Ianuale
Otto ore di terrore: «Assalita, legata poi pestata e stuprata dall'evaso»
25

SCORZÈ (Venezia) - «Aiuto, non so dove sono, venitemi a prendere.

Chiamo da una cabina e sono vicina ad un centro abitato». Poche parole concitate, con la voce tremante, pronunciate al carabiniere che ha risposto al 112. La voce di una donna che è stata per un’intera notte legata e alla mercè di uno stupratore seriale.

Quel Swilah Tawfik, 28enne tunisino, detenuto nel carcere di Pordenone che mercoledì mattina, dopo aver colpito un agente penitenziario, è evaso. Dalle indicazioni fornite dalla giovane e dall’intercettazione della cabina, i carabinieri sono risaliti al centro di Scorzè, nel Veneziano. È proprio una pattuglia di Scorzè che per prima raggiunge e soccorrere la giovane.

E qui arriva la conferma che quel maniaco aveva colpito ancora: «Mi ha violentata» avrebbe detto la donna. È stata così portata all’ospedale di Mirano dove è stata accolta al Pronto soccorso e poi nel reparto di Ginecologia dove sono stati fatti i prelievi che verranno ora inviati ai Ris di Parma. Purtroppo in quella notte d’inferno è successo di tutto.

Quell’uomo, che già in passato aveva violentato altre donne, ha colpito ancora. La sua ultima vittima, la scorsa notte, è stata picchiata, legata e stuprata. Un incubo iniziato alle 22 di mercoledì. La 28enne che abita in Friuli, ha raccontato che stava uscendo dal lavoro quando l'ha avvicinata l’uomo: stava salendo sulla sua utilitaria, in sosta nel parcheggio sterrato vicino al ristorante al "Lido". Un luogo buio, malgrado non sia lontano dal centro storico di Pordenone, vicino alla riva del Noncello.

L’evaso la prende, la strattona per un braccio, la colpisce e la minaccia di morte. La giovane, stordita e terrorizzata viene caricata sul sedile posteriore dell’auto. Prima di mettersi alla guida però lui le lega polsi e gambe. "Mi ha anche messo anche degli stracci attorno alla testa perchè non vedessi dove stava andando", racconterà la giovane. Si porta la vittima in giro per tutta la notte: si ferma, la violenta, la percuote, e poi si rimette alla guida.

La donna è distesa dietro in balia di questo mostro. Trascorrono le ore, interminabili. Solo poi si renderà conto che è stata 8 ore nelle mani del tunisino. Fino a quando lui, alle 6 di ieri mattina, lui si ferma, slega la sua vittima e la fa scendere. È libera, ma non sa dove si trova. Inizia a camminare, vede una cabina telefonica e chiama il 112.

«Venitemi a prendere vi prego». I carabinieri di Scorzè la raggiungono e la portano in ospedale a Mirano. Qui all’alba di ieri viene tranquillizzata, visitata e medicata. Tutti i riscontri confermano che il suo racconto è drammaticamente vero. La raggiungono anche i suoi familiari e nelle prime ore di ieri pomeriggio esce dall’ospedale e viene sentita dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Venezia. Nel frattempo a Padova viene preso dalla polizia lo stupratore: era addormentato a bordo dell’auto della sua vittima.

Ultimo aggiornamento: 15:43
Potrebbe interessarti anche
caricamento

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci