​Mitra, bombe e Kalashnikov:
sgominato traffico internazionale
di armi da guerra: 30 indagati

Mercoledì 21 Ottobre 2015 di Paola Treppo
​Mitra, bombe e Kalashnikov: sgominato traffico internazionale di armi da guerra: 30 indagati
4

UDINE - Nella mattinata odierna di mercoldì 21 ottobre si è conclusa una complessa e articolata operazione contro il traffico illegale di armi condotta dal Ros e dell’Arma territoriale. I Carabinieri hanno eseguito, nelle regioni Friuli Venezia Giulia, Veneto, Lombardia, Emilia Romagna e Marche, numerosi decreti di perquisizione domiciliare emessi dalla Procura della Repubblica di Udine nei confronti di 16 indagati per traffico di armi ed esplosivi.

Contestualmente, nell’ambito di indagini collegate, svolte in collaborazione con le competenti autorità giudiziarie e di polizia, sono state eseguite 15 perquisizioni a carico di 7 soggetti in Slovenia, altre 6 a carico di altri 4 soggetti sono state compiute in Croazia.

I provvedimenti odierni scaturiscono da un’attività investigativa avviata dal Raggruppamento nel novembre 2014, a seguito di due rilevanti sequestri di armi e munizioni da guerra effettuati dai Carabinieri nel comune di Artegna (UD). Presso le abitazioni di due operai friulani Igor Colaone, 38enne di Udine e Silvio Casarsa, 39enne di Gemona del Friuli, entrambi tratti in arresto, venivano infatti rinvenuti e sequestrati fucili mitragliatori, carabine, pistole, bombe a mano, mine, matasse da miccia, detonatori, tubi esplosivi e munizionamento di vario calibro.

Le indagini, dirette dalla Procura friulana al fine di risalire alla provenienza e alla destinazione finale delle armi sequestrate, hanno consentito di individuare un canale di importazione illegale di armi, munizioni ed esplosivi provenienti dai Balcani, destinate a collezionisti e appassionati di cimeli e armi storiche di vari Paesi e reperite nel contesto delle fiere di articoli militari, segnatamente in quella che si svolge ogni sei mesi a Sempeter pri Gorici (Slovenia), denominata “Militaria”.

Le attività investigative, sviluppate anche in Slovenia e Croazia dai collaterali uffici di Polizia del Sektor Kriminalisticne Policije (Settore della Polizia Criminale) di Nova Gorica (Slovenia) e dell’Ured za Suzbijanje Korupcije i Organiziranog Kriminaliteta (Ufficio per la lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata) di Fiume (Croazia), attivati a seguito di commissione rogatoriale internazionale avviata dalla Procura friulana, hanno permesso di individuare i due cittadini sloveni, Kokot Dragan e Jakob Marusic, che avevano fornito agli italiani le armi oggetto di sequestro e, attraverso mirata attività tecnica svolta nei loro confronti, risalire ai tre cittadini croati Nenad Pernar, Mrkonja Tomo e Goran Bravar, ai quali gli sloveni si erano rivolti per l’approvvigionamento delle armi e delle munizioni destinate al mercato illegale; e di effettuare, nel mese di luglio 2015, un ulteriore ingente sequestro di armi, parti di armi e munizioni, nei confronti di un altro cittadino italiano, Walter Venturini, 63enne di Biella, anch’egli tratto in arresto.

Le perquisizioni odierne, eseguite in stretta collaborazione e coordinamento con le forze di polizia e le Autorità Giudiziarie slovene e croate, hanno consentito di individuare, nella cerchia dei collezionisti e appassionati di armi, altri soggetti che detenevano illecitamente armi, esplosivi e munizionamento da guerra. Due le persone tratte di arresto e oltre venti quelle denunciate in stato di libertà. Complessivamente l’attività investigativa consentiva di trarre in arresto 5 soggetti in Italia, 4 soggetti in Slovenia, nonché di deferirne oltre 30 alle competenti Autorità Giudiziarie nazionali, nonché di individuare e sequestrare un’ingente quantità di armamento bellico in Italia, Slovenia e Croazia.

L’operazione nasce da una indagine condotta d’iniziativa dai militari della Compagnia Carabinieri di Tolmezzo, comandata dal capitano Stefano Bortone e del Norm della Compagnia di Tolmezzo, comandato dal luogotenente Domenico Colonna, i quali, avendo, già nella prima metà del mese di ottobre 2014, notato che nell’area orografica compresa tra i centri abitati di Artegna (UD) e Gemona del Friuli (UD), alcuni cittadini italiani, lì residenti avevano un’attività di ricerca, con metal detector, di cimeli storici della prima e seconda Guerra Mondiale e, memori dell’episodio di circa due anni fa che aveva visto coinvolto in un incidente un ragazzo di Arta Terme (UD) mentre cercava di disinnescare un residuato bellico, avviavano una discreta ma incisiva attività di monitoraggio su alcuni soggetti individuati come potenziali detentori di armi, munizioni ed esplosivi, sia comuni che da guerra, ovviamente non denunciati

Al fine di evitare una potenziale dispersione del patrimonio informativo fin lì raccolto, all’alba del 31 ottobre 2014 , gli uomini del Nucleo operativo della Compagnia carabinieri di Tolmezzo eseguivano una perquisizione domiciliare, di iniziativa, nell’abitazione di un cittadino di Artegna (UD) tale Igor Colaone ove rinvenivano varie armi da guerra (alcune in dotazione ad eserciti balcanici) e comuni tra cui una carabina di fabbricazione tedesca marca Herma-Werke modello Eg712 munita di ottica di precisione, un fucile d’assalto di fabbricazione jugolslava modello Kalashnikov AK 47, munito di baionetta e fodero tranciafili, di un fucile di precisione fabbricazione jugoslava mod. M76 Zastava, munito di ottica di precisione, una pistola mitragliatore di fabbricazione jugoslava Ceska Skorpio, 400 grammi di esplosivo tipo tritolo con annessi i detonatori, due bombe a mano, oltre un migliaio di colpi di vario calibro per armi comuni e da guerra.

Tutto il materiale sequestrato era in perfetto stato di manutenzione e pronto all’impiego. In tale contesto il Colaone veniva immediatamente tratto in arresto per detenzione abusiva di armi munizioni e esplosivi sia comuni che da guerra, configurando inoltre l’introduzione nello stato delle suddette armi da un vicino paese balcanico. Nel prosieguo dell’attività investigativa condotta “sottotraccia” dai militari della Compagnia carabinieri di Tolmezzo (UD), gli stessi, all’alba del 7 novembre 2014, intervenivano, sempre di iniziativa, in una seconda abitazione di Artegna (UD) ove, avuta la presenza del proprietario Silvio Casarsa Silvio, davano inizio a una intensa attività invasiva che portava al rinvenimento di varie armi comuni e da guerra tra cui: un fucile mitragliatore inglese Sten modello MK-II cal. 9x19; due fucili italiani mod. 91/38, cal. 6.5; due fucili britannici Steyer mod. 95, cal. 8x56; un fucile rinforzato speciale Beretta calibro 38; due bombe a mano a frammentazione N36 britanniche; una mina antiuomo completa di filo d’inciampo; quattro proietti di artiglieria da 75mm; un proietto di artiglieria da 120 mm; sette detonatori per innesco di esplosivo; due tubi esplosivi modello Bangalore; diverse migliaia di colpi di vario calibro per armi comuni e da guerra.

In tale contesto anche il Casarsa veniva immediatamente tratto in arresto per detenzione abusiva di armi munizioni e esplosivi sia comuni che da guerra. Dopo i due cospicui rinvenimenti derivati da una diretta azione investigativa dell’Arma di Tolmezzo e palesandosi una possibile importazione di armi e munizioni sul territorio nazionale con il coinvolgimento di terzi soggetti residenti oltre confine, la Procura della Repubblica di Udine, assumeva in toto la direzione delle indagini unificando i due filoni, attivando ulteriore attività investigativa, avvalendosi inoltre dei Reparti Speciali dell’Arma, competenti per la specifica materia.

Nel prosieguo delle indagini la Procura della Repubblica di Udine disponeva una perquisizione domiciliare a carico di un cittadino gemonese, da tempo identificato in Valter Venturini. Per tanto gli investigatori della Compagnia Carabinieri di Tolmezzo (UD), all’alba del 9 luglio 2015 rinvenivano e sequestravano parti di armi da guerra, alcune migliaia di proiettili di vario calibro, sia comuni che da guerra, sia per arma lunga che per pistola, alcuni caricatori per fucile mitragliatore Kalashnikov AK 47, un caricatore per mitragliatrice leggera marca Bren di fabbricazione inglese, un silenziatore per arma lunga, 8 chilogrammi di polvere da sparo, nonché oltre una ventina di ordigni, in parte integri e in parte residuali risalenti alla I° e II° Guerra Mondiale contenenti miscele esplodenti.

L’elevata instabilità e pericolosità dei residuati bellici rinvenuti, determinava l’immediato intervento degli artificieri del Comando provinciale Carabinieri di Udine, comandato dal Colonnello Marco Zearo, i quali ponevano in sicurezza gli ordigni e parte del munizionamento deteriorato e successivamente, su disposizione della Procura della Repubblica di Udine, davano esecuzione al “brillamento” di quanto sopra. Come nei casi precedenti il Venturini veniva immediatamente tratto in arresto per detenzione abusiva di parti di armi, munizioni e esplosivi sia comuni che da guerra. Atteso il provvedimento restrittivo i militari operanti provvedevano a porre sottosequestro cautelativo anche le armi legalmente detenute e denunciate dal Venturini medesimo, quantificate in 60 fucili, 23 carabine e 3 pistole.

Al termine dell’attività di indagine, mentre se da una parte emergeva in maniera evidente che parte le materiale rinvenuto (munizioni, fucili e ordigni e parti di esse) erano da attribuire a una sorta di vorace e pericoloso collezionismo storico dei due conflitti mondiali che hanno attraversato il nostro Paese, appariva anche inconfutabile che alcune delle armi automatiche e delle pistole rinvenute (anche di recente generazione), i caricatori e il munizionamento da guerra per armi in dotazione a eserciti balcanici in epoca successiva alla seconda Guerra Mondiale (rinvenuti nelle case di tutti e tre gli arrestati), provenissero da arsenali militari dell’est Europa e siano stati illegalmente introdotti sul territorio nazionale.

Il Procuratore capo di Udine

«L’indagine è un dimostrazione di come la cooperazione con le autorità straniere funzioni molto bene», dice il Procuratore capo di Udine, Antonio De Nicolo, ha confermato gli accertamenti in atto. Fin dal suo primo insediamento a Udine, De Nicolo ha ricordato l’importanza della cooperazione con gli organi inquirenti d’oltreconfine. L’inchiesta è stata coordinata dal pm Viviana Del Tedesco,

Il seguito

L’indagine punterà ora a scoprire come e perché le armi siano arrivate nelle mani di cittadini italiani e quale dovesse esserne la destinazione finale. Dovranno essere ancora accertati nel dettaglio eventuali rapporti tra i soggetti coinvolti.

Ultimo aggiornamento: 20:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci