Dopo il ministero anche la Regione
manda un rapporto alla Procura

Giovedì 21 Novembre 2013 di Elena Viotto
Trebbiatura nel campo di Vivaro seminato a mais Ogm
UDINE - Dall'8 maggio, data in cui la Corte di Giustizia dell'Unione europea chiarisce con un'ordinanza che la messa in coltura del Mon810, il mais ogm della Monsanto, non può essere assoggettata a procedure nazionali di autorizzazione. Al 31 ottobre, data in cui il Corpo forestale regionale trasmette a Giorgio Fidenato una serie di accorgimenti tecnici per evitare la presenza involontaria di ogm in colture convenzionali e biologiche e ordina di procedere alle operazioni di raccolta del mais entro il 10 novembre.



Le principali tappe dell'intricata questione della coltivazione di mais ogm in alcuni campi di Mereto di Tomba e Vivaro sono state ripercorse in una relazione snella, sei paginette, redatta dalla direzione centrale delle attività produttive, commercio, cooperazione, risorse agricole e forestali indirizzata alle Procure di Udine e Pordenone, oltre che, per conoscenza, al Presidente Debora Serracchiani e al suo vice Sergio Bolzonello.



Dalla relazione, che ora entrerà a far parte della documentazione del fascicolo aperto sul tavolo del pm Viviana Del Tedesco per l'ipotesi di diffusione di malattie delle piante o degli animali, risulta che il 1 agosto, con la legge di assestamento del bilancio 2013, la Regione ha previsto le procedure per adottare le misure di coesistenza, dettando nel contempo una disciplina transitoria stabilita dall'Ersa per evitare rischi di contaminazione in attesa che vengano redatti i piani.

Fondamentale, nelle tappe della vicenda, anche la data del 12 settembre, quando l'autorità europea per la sicurezza alimentare ha rilasciato un parere secondo cui «non c'è prova scientifica specifica in termini di rischio per la salute umana o animale o per l'ambiente, che possa supportare la notifica di misura d'emergenza».



La questione ogm tornerà sul tavolo europeo il 13 dicembre. Lo ha riferito il sottosegretario all'agricoltura Giuseppe Castiglione, rispondendo a un'interpellanza del parlamentare Pd Giorgio Zanin sulle colture transgeniche in Friuli. «Castiglione ha ribadito la difficoltà di far valere il decreto di luglio, successivo alla semina, avvenuta in giugno sulla base della sentenza della corte europea», ha riferito l'esito Zanin.
Ultimo aggiornamento: 4 Dicembre, 00:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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