TRIESTE - «In ogni caso non vorrei riprendermi la delega alla cultura senza prima un chiarimento assoluto e completo della mia posizione».
Con il Gazzettino Gianni Torrenti non ricorre al consumato espediente delle parole oblique: di fronte a un Matteo Renzi che scandisce con energia il garantismo del Partito democratico e cita suoi "compagni di viaggio politico" mantenuti in carica anche in presenza di un rinvio a giudizio, la sua posizione è manifestamente "strana": ha ricevuto un avviso di garanzia per truffa sui contributi regionali quando presiedeva la Cooperativa Bonawentura e l’associazione Spaesati, ha confutato da subito in radice tali prospettazioni, spiegando di doversi difendere kafkianamente dal nulla, ma augurandosi di non fare la penosa fine del signor K. nel celebre "Processo".
© RIPRODUZIONE RISERVATA Con il Gazzettino Gianni Torrenti non ricorre al consumato espediente delle parole oblique: di fronte a un Matteo Renzi che scandisce con energia il garantismo del Partito democratico e cita suoi "compagni di viaggio politico" mantenuti in carica anche in presenza di un rinvio a giudizio, la sua posizione è manifestamente "strana": ha ricevuto un avviso di garanzia per truffa sui contributi regionali quando presiedeva la Cooperativa Bonawentura e l’associazione Spaesati, ha confutato da subito in radice tali prospettazioni, spiegando di doversi difendere kafkianamente dal nulla, ma augurandosi di non fare la penosa fine del signor K. nel celebre "Processo".