Danieli, crescita nel 2016:
utili per 153 milioni di euro

Domenica 19 Ottobre 2014 di Riccardo De Toma
Danieli, crescita nel 2016: utili per 153 milioni di euro
BUTTRIO - Una scommessa, anzi due. La prima è sui prossimi cinque anni, al termine dei quali Danieli si pone l’ambizioso obiettivo di aumentare di un terzo il proprio volume d’affari, da qualche anno stabilizzato sui 3 miliardi di euro (e 153 milioni di utile da bilancio 2013-2014 appena approvato). La seconda è politica e riguarda il futuro dell’Italia: «Il governo Renzi – dichiara Gianpietro Benedetti, amministratore delegato del colosso siderurgico friulano – rappresenta l’ultima speranza del Paese. Il debito cresce, ma le politiche di Draghi hanno abbassato i tassi e adesso nessuno ha più alibi, né il Paese né gli industriali che hanno voglia di investire. Ma abbiamo bisogno di tornare a crescere, perché un debito così alto possiamo pagarlo solo con la crescita».

Premette di non voler fare politica, Benedetti, ma non nasconde le sue simpatie per Renzi. E non risparmia bordate contro il declino della siderurgia italiana: «Il fallimento di Taranto e Piombino è il fallimento del sistema Paese», dichiara: «Piombino resterà aperto solo finché Jindal ne avrà voglia, Taranto perde un miliardo all’anno, cui bisogna aggiungere altrettanto di cassa integrazione per garantire un reddito ai dipendenti Ilva e dell’indotto. La realtà è che Riva ha provato, senza riuscirci, a rendere economico un impianto fondamentale, ma che viaggia a costi del 15-20% più alti rispetto al livello di equilibrio. Quello che non riuscirà a lui, però, forse riuscirà agli indiani, perché agli stranieri, nel nostro Paese, è spesso concesso di fare quello che non si consente agli imprenditori italiani». In ogni caso niente alibi: «Il nostro futuro è in Italia e in Friuli, ma se il sistema non cambierà dovremo considerare prospettive diverse, di cui non ci sentiremo responsabili». Non un ultimatum, ma sicuramente un monito, da parte di una multinazionale che in provincia di Udine conta il 40% dei suoi 11.424 dipendenti e che intende continuare a rafforzarsi anche in Friuli, sebbene la richiesta di nuovi impianti sia destinata ad almeno un anno di contrazione, vista una capacità produttiva sovradimensionata almeno del 15%.

Se l’esercizio 2014-2015 è in difesa, dal 2016 la domanda di impianti dovrebbe tornare a salire, e Danieli è pronta alla sfida. Consapevole, come spiega il direttore esecutivo Franco Alzetta, «che nel futuro gli interventi di manutenzione e ammodernamento delle acciaierie esistenti avranno un peso crescente rispetto ai nuovi impianti». E se è vero che tutto dipenderà dalla variabile incotrollabile gli scenari geopolitici, dai ritmi di crescita di India e Cina e dalla ripresa negli Usa, dove Danieli è pronta a nuove acquisizioni, il gruppo conferma la scommessa: «Una crescita del 30% in 5 anni – dichiara Alzetta – è un obiettivo alla portata».
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