​Da “I papaveri” di Monet a Van Gogh
fino a Dalì per il calendario dell’Arma

Sabato 21 Novembre 2015 di Paola Treppo
La tavola con I papaveri di Monet

CARABINIERI - È stato presentato ieri, martedì 10 novembre, in tutta Italia e anche a Udine, al Comando provinciale, il calendario storico 2016 dell’Arma dei Carabinieri che ha come filo conduttore “Il Carabiniere e le Arti”.

«Nell’anno in cui la Bandiera dell’Arma dei Carabinieri è stata decorata dalla Medaglia d’Oro ai Benemeriti della Cultura e dell’Arte, per la meritoria opera svolta a salvaguardia del Patrimonio Culturale Italiano e internazionale - dice il Comandante Generale Tullio Del Sette -, il calendario rende omaggio all’Arma rivisitando alcuni capolavori di sommi rappresentanti della pittura italiana ed europea che hanno preceduto, accompagnato e immediatamente seguito il periodo delle immani tragedie delle due guerre mondiali, in un percorso immaginario lungo gli oltre duecento anni di storia dell’Arma».

Le tavole e i grandi dell'arte

Ecco, allora, l’opera impressionista di Claude Monet “I papaveri” con una pattuglia di Carabinieri nel paesaggio solare immaginato dal pittore francese; in copertina, l’emblematico segno distintivo dei Carabinieri - la fiamma - si staglia tra le volute geometriche e nitide d’ispirazione futurista, riprese da un’opera di Giacomo Balla; con Giovanni Boldini una composizione intima, evocativa di un momento storico ottocentesco, nella quale, alla giovane donna e al figlio dipinti dall’artista, si affianca la figura caratteristica di un Carabiniere, marito e padre; con Amedeo Modigliani, l’operazione assume dimensioni quotidiane: le sue figure esili e allungate, che esaltano tutti i valori umani, riconducono alla bellezza e alla semplicità delle forme tipiche dell’arte rinascimentale; nelle tinte forti di Henri de Toulouse-Lautrec è stato incastonato l’elemento uniformologico più caratterizzante del Carabiniere, il mantello foderato di rosso, coincidente con una lettura fatta già negli anni ‘20 del secolo scorso dalla rivista “L’Arma Fedele”; la figura del “Maresciallo” caratterizza invece i personaggi e le atmosfere di Vincent Van Gogh. Poi il musicante visto col candore arcaico di Henri Rousseau. E la pattuglia che vigila sul tranquillo pomeriggio festivo della gente, come concepito da Georges Seurat. Per Giorgio De Chirico, una scelta che certo sarebbe piaciuta anche a lui: nelle vesti di un Generale dei Carabinieri dell’800 è lo stesso pittore in sella ad uno dei suoi cavalli riccioluti. Con Salvador Dalì solleviamo i piedi da terra e ci portiamo con la fantasia al livello del Surrealismo: visioni oniriche, con la figura del Carabiniere sposata al concetto dell’eroismo a difesa dei cittadini. Poi una serie di tavole ispirate alle opere degli eredi della Scapigliatura, i Futuristi: ecco, quindi, la caotica realtà metropolitana di Umberto Boccioni e un’autoradio e di un Carabiniere motociclista, tratte da un’altra opera di Balla e da una di Mario Guido Dal Monte. A Carlo Carrà è affidata l’evocazione di un’Arma che, dotata dei mezzi della modernità. Chiude il sereno e sognante surrealismo di René Magritte onora, con l’immagine più alta, l’Arma e i suoi Decorati: attraverso una porta sospesa nello spazio, una pattuglia di Carabinieri procede serena verso il futuro nell’adempimento del proprio dovere.

Ultimo aggiornamento: 11 Novembre, 14:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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