Fa scuola il “modello Canizzano”
Pugni, mestoli e arnesi contro i ladri

Lunedì 2 Febbraio 2015 di Luca Bertevello
Ecco con quali arnesi la gente si è difesa dai criminali
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TREVISO - Il primo elemento è l’insicurezza. Il secondo, la rabbia. Il terzo, il rischio incolumità. L’ondata di furti e rapine che nelle ultime settimane ha travolto la Marca, e che non risparmia neppure le strutture per disabili (come a Farra di Soligo) scatena la reazione dei cittadini. Che da una parte lamentano l’assenza dello Stato e dall’altra vogliono armarsi sfruttando "l’effetto Canizzano" dove venerdì sera i residenti si sono coalizzati, sono scesi in strada armati di mestoli e chiavi inglesi e hanno costretto alla fuga i banditi della Bmw bianca. Episodio replicato quella stessa sera a Sant’Angelo dove un 19enne ha reagito allo stesso modo. La sostanza però è che ormai nessuno si sente sicuro a casa propria.

Sprangare porte e finestre non è più un deterrente efficace. Evitare di assentarsi prima che faccia sera, neppure.

I malviventi colpiscono ovunque e a tutte le ore. Possono apparire alla finestra, come a Lancenigo, dove sette giorni fa due giovani si sono gettati in un pericoloso corpo a corpo, o materializzarsi in un garage, è successo giovedì sera a Casale sul Sile, salvo prendere a botte l’anziano padrone di casa che li ha scoperti in flagrante.

Prima di questi episodi, c’è stato quello di Loria, dove la settimana scorsa padre e figlia hanno tentato di bloccare altri due ladri e si sono ritrovati col naso rotto.

Una deriva pericolosa che viene confermata anche dai contatti sul sito del Gazzettino: quasi 74mila quelli relativi agli episodi di Sant’Angelo e Canizzano, con decine di commenti. E decine di migliaia di visualizzazioni del video nel quale i residenti di Canizzano mostrano con cosa hanno affrontato i malviventi e spiegano perchè lo hanno fatto. Condivisioni che non sono solo frutto di curiosità, ma anche di solidarietà trasversale.

La misura è colma e la gente prende coraggio rischiando non solo conseguenze fisiche, ma anche penali qualora accada l’irreparabile.

Lancenigo, Canizzano e Sant’Angelo, più ancora di Loria, hanno segnato una specie di spartiacque: addio resistenza passiva, adesso si menano le mani. Un aspetto che le istituzioni e gli organi investigativi hanno cominciato a percepire prendendo qualche contromisura (i cittadini-sentinelle di Manildo) e che va ben oltre la semplice apertura di pagine Facebook o di gruppi di autodifesa su Whatsapp. Le moderne tecnologie vanno bene, ma non possono più placare la ribellione che ormai cova sotto la cenere.

Ultimo aggiornamento: 13:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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