Bollette dell'acqua non pagate:
l'Ats chiude un contatore al giorno

Mercoledì 18 Dicembre 2013 di Paolo Calia
Bollette dell'acqua non pagate: l'Ats chiude un contatore al giorno
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TREVISO - Un numero in costante, e preoccupante, crescita. È quello delle famiglie trevigiane sopraffatte dalla crisi, sepolte dai conti da pagare, incapaci di fare fronte anche a spese un tempo alla portata come pagare la bolletta dell'acqua. Don Bruno Schiavon, direttore della Caritas, ha lanciato l'allarme: «Sono sempre di più i casi di chi ci chiede aiuto perché non riesce più a pagare le bollette. Ultimamente anche dell'acqua. Purtroppo aumentano le famiglie cui viene tolto questo servizio perché non riescono a pagare. E senza acqua, in una casa, non si può di certo stare». E il problema riguarda una percentuale sempre maggiore di italiani: le famiglie trevigiane che cercano l'aiuto della Caritas sono arrivate al 20 per cento del totale.

E la nuova, tragica, frontiera della povertà è appunto l'impossibilità di pagare anche la bolletta annuale dell'acqua. E dall'Ats confermano: ogni mese vengono staccate, in media, dalle 30 alle 40 utenze. Il che significa: persone, famiglie, che si ritrovano senz'acqua perché impossibilitate a pagare le bollette. L'Ats, ovviamente, arriva alla chiusura dei contatori come ultima scelta e quindi dopo un lungo iter fatto di lettere, solleciti, raccomandate e avvertimenti. «Quando un'utenza non paga la bolletta - dicono dall'utenza - viene prima avvisata con un sollecito. Poi, se non arriva il saldo, si passa a una raccomandata. Il terzo passaggio è la riduzione del flusso dell'acqua accompagnato da una lettera in cui si danno altri due mesi di tempo per saldare. Solo alla fine viene staccato il contatore». Nel 2012 le famiglie morose fino a rimanere senz'acqua sono state circa 400, ma il numero nel 2013 è destinato ad aumentare. Le bollette vanno, mediamente, dai 180 euro in su con la possibilità di rateizzare l'importo. Una famiglia di quattro persone paga all'anno circa 200 euro, cifra che comprende l'acqua per uso domestico, la fognatura e il servizio di depurazione. Un tempo, in dodici mesi, una cifra del genere poteva essere assorbita. Ora non più: la gente perde lavoro e reddito e anche le spese minime diventano ostacoli insormontabili.
Ultimo aggiornamento: 15:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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