Il sopravvissuto: «Fatemi lavorare
Non posso più fare il macellaio»

Lunedì 22 Dicembre 2014
Il sopravvissuto: «Fatemi lavorare Non posso più fare il macellaio»
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REFRONTOLO - Quando la vita ti toglie la libertà, la cosa più difficile è conservare la dignità e sorridere nonostante tutto, come ha fatto ieri Guido Fantin di Pieve di Soligo, uno dei sopravvissuti alla tragedia del Molinetto della Croda dello scorso 2 agosto. Lui è uno di quelli che ce l'ha fatta. Strappato alla furia del Lierza, era stato ricoverato in Medicina d'urgenza, al Ca’ Foncello, per una profonda ferita lacero contusa alla gamba destra. Oggi, dopo mesi in ospedale, è un ex macellaio cinquantenne disoccupato.



Non si regge più in piedi, si muove a fatica, sorretto da un tutore e dalle stampelle e non ha più forza nella mano destra per tenere un qualsiasi coltello e fare il macellaio, il suo lavoro. «Mi hanno dato tanto», spiega Fantin al termine della cerimonia di consegna dei fondi raccolti che si è svolta nella sala consiliare del Municipio di Refrontolo. «Lo so -prosegue con estrema umiltà l'ex macellaio- che ci sono persone che hanno più bisogno di me, ma vorrei soltanto un lavoro, perché non sono mai stato fermo in vita mia. Chiedo un lavoro, non soldi». E aggiunge di dover affrontare molte uscite economiche, senza entrate a causa delle spese mediche che deve sostenere, e il suo futuro, quindi, non lo vede più roseo come un tempo, anche perché «la mia vita -prosegue il sopravvissuto- è totalmente cambiata da quel 2 agosto».







E alla parola "speranza", ribatte con fermezza: «La speranza è una parola buttata là per far contenti tutti. Nelle attuali condizioni non ho più la libertà di andare dove voglio e devo sempre dipendere dagli altri. Prima facevo il macellaio e stavo in piedi tredici, quattordici, persino quindici ore al giorno, mentre adesso non resisto più di due. Mi adeguo, vado avanti. In vita mia non sono mai stato uno che ha chiesto e mi sono sempre arrangiato da solo. Sono andato via di casa a 18 anni e ora, a 50, mi sembra di essere tornato indietro».



Nonostante il dolore che gli si legge in volto per le drammatiche conseguenze di una tragedia non voluta né cercata, Guido Fantin non si è mai rifiutato di rispondere a una sola domanda e ha continuato a sorridere, grato di quanto ricevuto, ma con la forza e il coraggio di chi non si arrende mai: «Vorrei soltanto un lavoro». Forza Guido.
Ultimo aggiornamento: 17:38

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