Schiaffi, calci, insulti e umiliazioni:
casa famiglia "lager" per sei ragazzini

Sabato 14 Gennaio 2012 di Roberto Ortolan
(archivio)
TREVISO - Pi che una casa famiglia l’istituto protetto per minori "Opera Pj" era un lager nel quale la direttrice Elda Masi sembrava esercitare poteri assoluti, da despota, sui ragazzini che le erano stati affidati dal Tribunale dei minorenni: sono le agghiaccianti contestazioni che emergono nella richiesta di rinvio a giudizio formalizzata dal pm Barbara Sabbatini.



Sulla base delle prove raccolte dai carabinieri, gli inquirenti hanno contestato l’accusa di maltrattamenti a Elda Masi perché, dal dicembre 2007 all’agosto 2010, avrebbe sottoposto sei bambini, tra i 6 e 13 anni, a un regime di vita fisico e psicologico tremendo.



Sconcertanti le accuse mosse dalla Procura ad Elda Masi, 65 anni, direttrice della struttura protetta "Casa Famiglia Opera Pj", con sede in via Zermanese a Treviso. La direttrice Masi, che è assistita dagli avvocati Fabio Pavone e Federico Cecconi, avrebbe sottoposto sei ragazzini, tutti ospitati all’Opera Pj in affidamento extra familiare, a minacce, violenze, vessazioni fisiche e psicologiche. Li avrebbe maltrattati a tal punto - secondo l’accusa - da trasformare la loro vita in un autentico inferno.



Tutte accuse che Elda Masi, quando si era fatta interrogare a inizio novembre, aveva però cercato di smontare, sostenendo la correttezza dei suoi metodi educativi. Le argomentazioni della direttrice non potevano però convincere il pm Sabbatini che aveva a disposizione decine di testimonianze, manoscritti e diari delle piccole vittime e le cartelle cliniche messe a disposizione dal medico di una bambina.



Resta un giallo il fantomatico video che incastrerebbe la donna. Sei i minori su cui avrebbe concentrato le proprie attenzioni: ecco le condotte contestate dagli inquirenti.



I FRATELLINI - (di 10 e 11 anni, ospiti dal 2007). Ad uno la Masi avrebbe vietato di incontrare i genitori e poi lo avrebbe mandato a letto senza cena. Terribili i tormenti riservati al più piccolo. Oltre a non fargli incontrare i genitori e a mandarlo a letto a digiuno, la Masi lo avrebbe umiliato e picchiato con schiaffi, tirate d’orecchie e di capelli e calci, costringendolo anche a fare la statua su una gamba sola. In un’occasione gli avrebbe tolto perfino i pantaloni e le mutande, obbligandolo a mostrarsi agli altri minori. Quando bagnava il letto (incontinenza notturna) doveva poi dormire tra le lenzuola sporche e, in una circostanza, lo avrebbe mandato a scuola senza lavarsi.



LA 17ENNE - (ospite dal 2006 al 2010). La direttrice ogni giorno l’avrebbe insultata e costretta a eseguire lavori di facchinaggio. Le avrebbe anche impedito di rivolgersi a un medico dopo un incidente stradale accaduto nell’ottobre 2009, nonostante i malesseri della minore. Stesso trattamento qualche mese più tardi quando la ragazzina si fratturò la clavicola.



IL 17ENNE - (ospite della Casa famiglia da quando aveva 4 anni). La Masi gli avrebbe rivolto quotidianamente parole irripetibili, umiliandolo. A più riprese lo avrebbe picchiato con pugni e schiaffi. Gli avrebbe anche requisito e poi fracassato il cellulare. Per punirlo lo avrebbe costretto a stare fermo, a mani larghe, su una sola gamba, incitando i compagni a insultarlo (una punizione ripetuta anche su altri minori).



I DUE 16ENNI
- A uno avrebbe rivolto parole irripetibili e, durante un soggiorno nella struttura di Taranto, Masi lo avrebbe schiaffeggiato. L’altro, (ospite dal 2006), sarebbe stato schiaffeggiato, insultato e costretto a svolgere faticosi lavori di facchinaggio.
Ultimo aggiornamento: 22 Gennaio, 19:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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