In arrivo altri 500 ​profughi: il prefetto
sceglie caserme a Oderzo e Vittorio

Mercoledì 25 Novembre 2015 di Nicola Cendron
La caserma Gotti di Vittorio Veneto
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TREVISO - Con l'accoglienza diffusa ai migranti che fatica ad avere il successo sperato e l'arrivo previsto nei prossimi mesi di quasi 500 profughi (1300 sono già ospitati nella Marca mentre la quota assegnata dal Ministero dell'Interno alla nostra provincia è di 1800) la Prefettura corre ai ripari. Dopo la caserma Serena di Dosson di Casier e la Zanusso di Oderzo, che sarà utilizzata come secondo hub (può ospitare fino a 200 persone), ora si pensa ad una terza struttura dedicata all'accoglienza in provincia. E fra le ipotesi si fa largo quella di un'altra caserma dismessa: la Gotti di Vittorio Veneto.



«Il criterio con il quale la Prefettura sta procedendo ad sistemare i richiedenti asilo è prevalentemente quello dell'accoglienza diffusa - ha ribadito ieri il prefetto Laura Lega dopo il vertice sulla sicurezza di Montebelluna - . E la facciamo recependo le indicazioni dei sindaci, laddove ci sono, o trovando siti disponibili. Ma è altrettanto vero che, se questi non bastano, dobbiamo comunque dare ospitalità ai richiedenti asilo anche per garantire la sicurezza. Se vogliamo evitare di creare emergenze di ordine pubblico dobbiamo trovare una sistemazione che permetta di tenere i profughi sotto controll.



Sabato prossimo intanto la comunità di Oderzo scenderà in piazza contro l'hub che sorgerà in una parte della ex caserma Zanusso. «Tra i primi Comuni che ho visitato c'era proprio Oderzo - continua il prefetto - . Era fine agosto e in quell'occasione avevo richiamato l'attenzione sulla necessità di trovare strutture pubbliche, edifici privati, o strutture religiose. Ricordiamo che ora come ora Oderzo non ha nessun richiedente asilo e, per una equa distribuzione nella Marca, è necessario trovare siti disponibili in quella zona. La Zanusso è un complesso militare enorme che è inutilizzato da anni. Stiamo ragionando su una piccola parte da prendere in uso e, appena possibile, da restituire all’utilizzo della comunità locale».
Ultimo aggiornamento: 23:33
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