Da maxi evasore a vittima
Immobiliarista contro le Entrate

Martedì 5 Maggio 2015 di Roberto Ortolan
Il comandante della GdF di Conegliano, Lo Gatto (primo da destra)
10
PONTE DI PIAVE - Evasore fiscale? No vittima di un errore. Il contribuente parte così al contrattacco e chiede il dissequestro dei beni (una Ferrari e appartamenti per oltre un milione e 300mila euro), ma soprattutto cita a giudizio alcuni funzionari dell’Agenzia delle Entrate ai quali chiede il risarcimento del danno.

La causa civile, già istruita, sarà esaminata dal giudice tra qualche settimana.

Ha combattuto per oltre un anno contro Finanza e Fisco, ma ieri è arrivato la prima soddisfazione per l’immobiliarista Roberto Lorenzon, 78 anni, di Ponte di Piave che era finito nel tritacarne di una maxi inchiesta. L’accusa? Dichiarazioni fraudolente al Fisco, utilizzando false fatture per operazioni inesistenti.

Ieri la Commissione tributaria di primo grado, sulla base delle argomentazioni giuridiche e fiscali prodotte dall’avvocato Federico Veneri e dal commercialista Alberto Bari, ha però annullato l’avviso di esecuzione degli accertamenti delle Entrate. Il motivo? «Gli oggettivi errori riscontrati».



«Basti pensare - ha spiegato l’avvocato Veneri - che alcune poste erano state conteggiare due volte e che costi, effettivamente sostenuti, erano stati ritenuti relativi a operazioni fantasma». Lorenzon era stato al centro di due accertamenti fiscali dai quali, secondo la Finanza, sarebbe emersa una mancata dichiarazione al Fisco di redditi per oltre 2,3 milioni di euro (130mila euro di Iva). La presunta evasione era lievitata sopra i 3 milioni con il secondo accertamento. La Procura chiese e ottenne così di mettere sotto sequestro (per equivalente) 25 appartamenti e una Ferrari 360 Modena di Lorenzon. In pratica buona parte dei beni della società immobiliare del 78enne (gestisce appartamenti, capannoni industriali, negozi e terreni).



«Si tratta di una maxi evasione - spiegò il comandante delle Fiamme gialle di Conegliano Salvatore Lo Gatto -. La tecnica? False fatture per 700mila euro, con mancata dichiarazione dei soldi incassati con gli affitti (1,6 milioni per la Finanza)». Un’accusa che Lorenzon, dipinto come il finto povero che viaggiava in Ferrari, aveva subito respinto con forza, sostenendo la propria innocenza. Si è così rivolto all’avvocato Veneri che, studiando le carte, è riuscito a smontare, davanti alla Commissione tributaria, le accuse.

Ultimo aggiornamento: 14:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci