Massacro di Gorgo: «Stafa è un ladro,
non un omicida. L'ergastolo è troppo»

Sabato 6 Luglio 2013 di Giuliano Pavan
Sabrina Dei Rossi, avvocato difensore di Naim Stafa
TREVISO - Naim Stafa non sar uno stinco di santo, ma non un assassino. Non ha ucciso nessuno. Condannarlo all'ergastolo mi sembra eccessivo. l’esordio dell'avvocato Sabrina Dei Rossi, legale del 39enne albanese considerato l'istigatore del massacro dei coniugi Pelliciardi, dopo la decisione della Corte di Cassazione di annullare per la seconda volta la sentenza d'appello.



Professionalmente può essere considerata una vittoria, ma si aspettava un esito simile? «Le eccezioni sull'inapplicabilità delle aggravanti soggettive sono sempre state sollevate, non è una novità».



La sentenza della Cassazione potrebbe far scadere i termini della custodia cautelare e Stafa potrebbe tornare libero ad aprile. Come commenta? «Non mi esprimo su questo punto. Il codice di procedura penale prevede tre gradi di giudizio, e noi abbiamo solo utilizzato gli strumenti del codice, senza altre volontà se non quella di affermare la verità».



Se il secondo processo d'appello fosse stato celebrato a Trento a quest'ora si avrebbe una sentenza definitiva? «Secondo noi era legittimo sollevare una questione di incompatibilità ambientale perchè, viste le pressioni mediatiche e politiche, in qualche modo potevano esserci condizionamenti. Può essere che magari ci sarebbe stata una sentenza più equa. Comunque Stafa non ha ucciso nessuno, quindi applicare l'ergastolo è difficile da motivare visto che non era lì fisicamente».



È assodato che Stafa non era nella dependance di villa Durante, ma ha parlato al telefono con Artur Lleshi e per l'accusa lo ha istigato a uccidere. Poteva quindi evitare quel massacro? «Ci sono delle chiamate ma non ci sono delle conversazioni. Attenzione: fatte dal Lleshi e non da Stafa. Pensare che potesse consumarsi un omicidio, tra l'altro con quelle modalità terribili, non era immaginabile».



Naim Stafa dunque è innocente? «Per quanto riguarda l'omicidio sì. Non ha mai commesso un reato contro la persona, nè ha mai vissuto di rapine e di furti. Ha un unico precedente che è la violazione della legge Bossi-Fini».



Perché allora per il gup di Treviso e per due Corti d'Assise d'Appello è colpevole del massacro? «Ho sempre sostenuto che, dopo il suicidio dell'esecutore materiale del delitto, si dovesse dare per forza l'ergastolo a qualcuno. Applicare le aggravanti soggettive a una persona che non era presente era l'unico modo per dargli l'ergastolo. Nelle mie arringhe ho sempre detto: "Vogliamo dare almeno un giorno di meno dell'ergastolo a uno che materialmente non ha ucciso?" Non si può applicare la stessa pena».



Dunque Stafa non è una belva?
«Allora: Lleshi è l'unico esecutore materiale. È uscito di galera grazie all'indulto dopo aver avuto una condanna a 10 anni per violenza sessuale e sequestro di persona, aveva dei precedenti di reati contro la persona e contro il patrimonio, viveva di furti e rapine, ci sono decine di denunce a suo carico per reati di questo tipo. Infatti è lui che è andato nella villa perchè era lui "l'esperto" per manomettere le porte ed entrare. Stafa sapeva che doveva essere solo un furto».



E se in appello fosse condannato a vent'anni? «Comunque sarebbe eccessivo. Per noi non è ravvisabile nella condotta di Stafa un concorso nel duplice omicidio. Possiamo discutere per i reati contro il patrimonio. In quelli è coinvolto perché sapeva che il fine era andare a rubare nella casa padronale. Se fosse complice di un furto o di una rapina possiamo anche dire che l'ha scontata la sua pena, no?».



Se dovesse tornare libero in attesa di giudizio crede che sparirà? «Se si fosse sentito in un qualche modo colpevole avrebbe avuto due settimane per scappare. Ha sempre detto che se avesse avuto il sospetto di essere considerato complice sarebbe scappato e non lo avrebbero mai preso, quindi...».



Sono piovute critiche da ogni parte per la sentenza della Cassazione, soprattutto dalla sfera politica. Vuole controbattere? «Ci sono molte persone che parlano a sproposito senza conoscere gli atti del processo. Altre che parlano senza avere un minimo di cognizioni giuridiche. E a queste persone non voglio rispondere. Poi, per carità, Daniele Pelliciardi ha tutta la mia umana comprensione, ci mancherebbe altro».
Ultimo aggiornamento: 7 Aprile, 21:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA
Potrebbe interessarti anche
caricamento

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci