Bruno, killer della moglie: «Un errore, non fate come me»

Mercoledì 29 Ottobre 2014 di Andrea Zambenedetti
Bruno Casagrande
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SPRESIANO (TREVISO) - «È successo e ora cerco di andare avanti»: a parlare è Bruno Casagrande, 74 anni e un omicidio alle spalle, quello della moglie Maria Luigia Breda, commesso il 16 dicembre 2005 a Lovadina di Spresiano. Oggi, dopo una condanna per omicidio volontario aggravato, è un uomo libero. Avrebbe dovuto rimanere in ospedale psichiatrico 10 anni perché ritenuto incapace di intendere e volere, una misura alleggerita fino alla revoca disposta dal tribunale di sorveglianza.







L'ex meccanico continuerà a vivere nella cooperativa Alternativa sociale di Villorba dove ha passato gli ultimi tre anni della sua vita. Modi affabili e pacati, l'uomo è stato intervistato da Antenna Tre proprio nella struttura dove vive. Davanti alla telecamera ha ripercorso i minuti di quella sera di dicembre di 9 anni fa. «Di colpo mi sono girato e l'ho colpita con il bottiglione che avevo in mano».



Il litigio in cantina, secondo gli inquirenti, era stato uno dei tanti che nell'ultimo periodo avvenivano dentro la villetta. Per gli psichiatri è un episodio superato, tanto che le valutazioni hanno portato al termine di ogni restrizione. Per Maria Luigia quel colpo fu fatale. Per lui scattò invece l'arresto dei carabinieri. Nove anni dopo i suoi occhi chiari sono velati di lacrime. Racconta di essersi pentito, di aver capito di aver fatto la cosa sbagliata. «Non è così che si fa, si deve parlare e dialogare e uno prende una strada, uno va da un'altra parte». Racconta che tornando indietro non rifarebbe quello sbaglio, suggerisce il dialogo come via per risolvere i conflitti. Parole che difficilmente basteranno a consolare i familiari e gli amici della donna.



«Togliere il respiro a un'altra persona è sempre brutto e non si fa neanche a un animale». Nell'intervista Casagrande ha anche ripercorso gli anni dell'emigrazione quando da giovanissimo è partito per Torino e si è affacciato sul baratro della malattia. «Bastava qualche pastiglia e invece mi hanno mandato in depressione. Ed è proprio in questo contesto che è avvenuto il reato». Ora però l'uomo tenta di tornare alla sua vita. Nonostante un omicidio alle spalle, nonostante una condanna per omicidio. Da uomo libero.
Ultimo aggiornamento: 30 Ottobre, 19:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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