Un'onda assassina grande e marrone
«Si sentivano solo le urla di aiuto»
«Noi, salvati dal taglio del tendone»

Lunedì 4 Agosto 2014 di Alda Vanzan
Auto travolte dal Lierza
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REFRONTOLO - A Refrontolo, paese di 1800 anime sui colli trevigiani una pioggia tropicale caduta su Cison (il comune che sta a monte), il fango, i detriti, le balle di fieno trovate sui prati e trascinate a valle, rami e tronchi hanno formato mini-dighe. E la terra è franata. È così il Lierza, di solito un torrentello, si è trasformato in una grande, marrone, assassina onda.

Una valanga d’acqua che ha sommerso il tendone dove una novantina di uomini mangiavano e bevevano e ridevano. E ha ucciso. Quattro morti. Otto feriti. Due gravissimi. Era la "Festa dei Omeni", è diventata la tragedia del 2 agosto veneto.

Maurizio Bernardi, detto "Micio", 53 anni, ha iniziato a organizzare "Ea Festa dei Omeni" un quarto di secolo fa. Ecco, "Micio" l’avrebbe fatta anche quest’anno a Solighetto, nella casa di campagna di famiglia, «solo che nei giorni scorsi era piovuto troppo, il terreno era bagnato, ho pensato che si poteva farla nel tendone sotto il Molinetto della Croda, anche perché se pioveva eravamo al coperto, così l’abbiamo chiesto in affitto alla Pro Loco». Il tendone è quello già installato per la "Plurisecolare Festa d’Estate", una manifestazione che inizierà sabato prossimo e che fino a fine mese richiama intere famiglie, anziani, bambini.

Enrico Casagrande, 48 anni, di Pieve di Soligo, aveva capito che il tendone non era più un riparo, ma un potenziale inferno. In tasca aveva un temperino. «Ho tagliato il tendone, anche altri due hanno avuto la stessa idea. È stata la nostra salvezza, altrimenti saremmo morti tutti annegati e schiacciati». Le richieste di aiuto. «No, non c’è stato nessun boato. Non ricordo rumori particolari. Era tutto buio. Si sentivano solo gli uomini urlare, chiedevano di essere salvati».

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Ultimo aggiornamento: 14:01

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