La Procura ha aperto un'inchiesta
Frane sulle colline del Prosecco:
è anche colpa dell'intervento umano

Lunedì 4 Agosto 2014 di Giuseppe Pietrobelli
I lavori di pulizia del torrente
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REFRONTOLO - Visto dall’alto, il teatro di questo ennesimo dissesto della terra veneta è più eloquente dei trattati di geologia.

Ci parla dell’uomo e della terra che egli lavora, a volte spianandola con le ruspe, altre sradicandone gli alberi pur di sfruttarla più a fondo e trasformare le colture in ricchezza. Ieri gli uomini del Corpo Forestale hanno sorvolato a lungo con l’elicottero questo angolo sconvolto, per cercare di capire, fotografando i dettagli a futura memoria. Anche perchè il procuratore di Treviso, Michele Dalla Costa, ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo plurimo e disastro ambientale.

Una fatalità, come si dice quasi sempre in questi casi, concorrenza di un’acqua eccezionale piovuta dal cielo e di un budello di roccia che ha fatto da imbuto, scaricando a valle una forza devastante? O il concorso di una colpa umana che ha mutato il territorio, violentandone la natura antica, privandolo del suo equilibrio regolatore? L’occhio dal cielo non ha nascosto la "franosità" del terreno, con possibili nuovi rischi, se continuerà la pioggia di un’estate pazza.

Solo pochi giorni fa a Collagù di Farra di Soligo, le piogge (370 millimetri in un mese, contro una media stagionale di 70) hanno trasformato la collina in un torrente, causando una frana che si è mangiata la strada. Episodi così sono ciclici, ma trovano la loro ragione nell’azione dell’uomo. Lo sostengono da anni i geologi, secondo cui in Veneto 100 mila cittadini vivono e lavorano in aree a elevato rischio di frane o alluvioni.

Il numero sale a mezzo milione, considerando le aree a elevata criticità, a cui si aggiungono più di 150 mila friulani nelle stesse condizioni. E nelle due regioni sono interessati 64 ospedali e 800 scuole.

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Ultimo aggiornamento: 16:52

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