Scuola di vita equa e solidale sulle carreteras del Sud America. Venti mesi e 13 mila chilometri in sella a una bici. Dalla Patagonia ai Caraibi, attraverso le Ande e sei paesi: Argentina, Cile, Bolivia, Perù, Ecuador e Colombia. È l'incredibile giro che si appresta a fare una coppia di Revine, Sebastien Bellet Grava, 33enne impiegato in EcorNaturaSì, e Alberta Spinazzè, 28enne da poco laureatasi in cooperazione allo sviluppo, assieme alle loro due figlie Angela ed Anna, di 7 e 6 anni. Partiranno a gennaio con due tandem speciali. E torneranno nell'agosto del 2017. Non è una maxi-vacanza. Il viaggio della famiglia, nome in codice "Happy Family", rientra nel progetto "Roadschooling! Scuola di vita" all'interno del BIOcycling 2016. L'obiettivo è andare alla scoperta di altre culture, scambiando, condividendo e approfondendo i temi sulla sostenibilità ambientale e il basso impatto ecologico. Visiteranno aziende agricole produttrici di alimenti biologici ed equo-solidali. Qui, in cambio di lavoro, troveranno letti e cibo. Il progetto è stato sposato in pieno dalla scuola delle bambine, l'elementare Santa Maria di Revine Lago dell'Ic Follina-Tarzo. Angela e Anna, che sono rispettivamente in seconda e in prima, lasceranno le loro classi a Natale. Ma nei venti mesi in Sud America non perderanno mai il contatto con la scuola. Sebastien e Alberta si occuperanno direttamente della loro formazione. Ma non solo. L'«Happy Family» condividerà il viaggio passo per passo con gli insegnanti e gli altri studenti dell'elementare di Revine. «Il pilastro del progetto non è la bici, ma la sostenibilità e la condivisione - spiega Sebastien - attraverso internet condivideremo ogni scoperta e proporremo tematiche che gli insegnanti potranno poi sviluppare nelle classi». Gli alunni li seguiranno sul sito Happyfamilybiocycling.com e sulla pagina Facebook «Happy Family BIOcycling». Ma anche collegandosi direttamente con il Sud America. Un modo diverso di fare scuola che toccherà comunque una decina di materie. Al ritorno le bambine sosterranno un esame per valutare il rientro nelle classi. «Siamo entusiasti. La proposta si inserisce in una scuola già abituata ad andare all'estero e a ricevere ospiti stranieri - conclude la preside Mariagrazia Morgan - la famiglia ha fatto una scelta molto intelligente nel voler mantenere il contatto con la scuola. Non era obbligata. Invece così sarà un'opportunità non solo per loro, ma anche per noi per tutti gli alunni».
Ultimo aggiornamento: 5 Ottobre, 09:45
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