Azienda non trova personale:
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Mercoledì 16 Ottobre 2013 di Beatrice Mani
Azienda non trova personale: «I ragazzi si sentono già arrivati»
TREVISO - Otto posti di lavoro. Otto contratti di prova nel settore della moda destinati a trasformarsi a tempo indeterminato; un miraggio nel momento di crisi economica che sta attraversando la Marca. Eppure, nonostante la fame di lavoro, le due imprese che cercano manodopera (ognuna offre circa quattro posizioni) non riescono a trovarla da ben quattro anni.





Si tratta della Tiemme Sas di Badoere di Morgano e del Maglificio Ferdinanda di Visnà di Vazzola; realtà artigiane d'eccellenza che da anni collaborano con i marchi leader della moda nazionale ed internazionale.



Partiamo dalla Tiemme di Badoere di Giuliano Secco. L'azienda è nata 30 anni fa e, nel mezzo della burrasca della crisi, per sopravvivere ha adottato l'unica strategia possibile: trasformarsi. Secco ha iniziato producendo bottoni e occhielli: ne sfornava 15mila di ogni tipo al giorno. Ma ad un certo punto questo non è bastato. E Secco ha capito che, per sopravvivere, avrebbe dovuto ampliare l'offerta: ha acquistato i macchinari, ha formato i suoi operai e ha iniziato a diversificare il lavoro.



La Tiemme ha aggiunto al suo curriculum nuove competenze, come il ripristino dei capi e il rimaglio, ha cercato di offrire ai propri clienti un prodotto più completo e di qualità: «E in questo modo racconta Secco che ora ha 15 dipendenti - ce l'abbiamo fatta». Da Armani a Louis Vuitton: le grandi griffe sono state conquistate. Ma ci sono due noti dolenti. Una è la concorrenza sleale dei cinesi e l’altra è quella del personale. Da 4 anni Secco non riesce a trovare dipendenti adatti alle sue lavorazioni: «Il dramma è che molto spesso le persone sono specializzate nel realizzare un solo tipo di prodotto oppure sanno lavorare esclusivamente un materiale. Invece noi ora cerchiamo persone che abbiano la capacità di adattarsi alle diverse mansioni». Una missione quasi impossibile.







Ne è la dimostrazione un'altra azienda "vittima" dello stesso problema: il Maglificio Ferdinanda di Vazzola. Un centinaio di dipendenti e una lunga storia alle spalle, fondata da Silvia Fiorin più di 40 anni fa, e marchi eccezionali a fare da cappello, come Hermès, Louis Vuitton e Loro Piana, il maglificio si trova a dover fare i conti con la mancanza di personale. Ed è a caccia di quattro o cinque persone capaci ma soprattutto di «giovani umili e di buona volontà».



Sì: perché una critica ricorrente, nel settore, va a tutti quei ragazzi che si presentano convinti di essere stilisti affermati senza capire che la pratica è l'unica via per riuscire a crearsi delle competenze. Tomasin non lesina critiche: alle scuole che non formano più giovani adatti alle esigenze del mercato, ai politici, «che non hanno fatto niente per salvare il nostro nobile lavoro e la nostra tradizione» E anche all’impero Benetton: «Ben vengano gli investimenti di imprenditori come loro – chiarisce – ma quell’impero è stato creato dividendo le competenze e questo poi non ha aiutato gli artigiani a fronteggiare la tempesta economica degli ultimi anni».
Ultimo aggiornamento: 18 Ottobre, 19:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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