A 13 anni alta 180 cm: rischia la vita
Equipe dagli Usa per salvare Giorgia

Domenica 22 Febbraio 2015 di Federica Cappellato
A 13 anni alta 180 cm: rischia la vita Equipe dagli Usa per salvare Giorgia
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I genitori di Giorgia, 13 anni, alta un metro e ottanta centimetri, erano pronti a vendersi casa pur di farla curare negli Stati Uniti. Affetta dalla sindrome di Marfan, malattia genetica che colpisce il tessuto connettivo ovvero articolazioni delle ossa, valvole cardiache, cristallino dell'occhio, pareti dei vasi sanguigni, Giorgia fin dalla nascita ha condotto una vita da pendolare, un lungo iter di terapie farmacologiche, interventi, ricoveri e continui viaggi tra gli Ospedali di Pavia e Roma.



Poi, da adolescente, quell'altezza esagerata, esito della strana sindrome che colpisce un bambino ogni diecimila e comporta una lassità dei legamenti tale da consentire movimenti fuori dal comune, simili a quelli di un contorsionista: il malato è alto e magro con braccia, gambe e dita sproporzionate rispetto al tronco. Anche le ossa possono essere coinvolte: frequente è la scoliosi che, se non trattata, può portare a insufficienza respiratoria aggravata da patologie della gabbia toracica, ma l'aspetto più preoccupante è a carico dell'apparato cardiaco, con alto rischio aneurisma.



La pessima notizia alla famiglia del trevigiano arriva nel novembre scorso quando la tredicenne effettua una visita al Policlinico San Matteo di Pavia: l'aorta, dilatata, sta cedendo. Ai genitori viene spiegato che l'Ospedale Johns Hopkins di Baltimora nel Maryland (Usa) è l'unica struttura sanitaria al mondo con grande esperienza specifica per questa patologia. L'intervento acquista carattere d'urgenza quando le condizioni di Giorgia si aggravano.



Un aiuto concreto arriva dai volontari dell'associazione "Un cuore, un mondo Padova", la onlus presieduta da Walter Cadorin che supporta le attività dei reparti di Cardiologia e Cardiochirurgia pediatrica della nostra Azienda ospedaliera, diretti rispettivamente dalla professoressa Ornella Milanesi e dal collega Giovanni Stellin. Proprio grazie a "Un cuore, un mondo", nel giro di 24 ore i genitori di Giorgia vengono a sapere che la Cardiochirurgia pediatrica di Padova collabora da alcuni anni con il centro di Baltimora. Da qui la possibilità, spiegata dallo stesso professor Stellin, di organizzare l'intervento a Padova, invitando l'équipe di Baltimora. E così è stato: sono giunti in città dagli Usa i professori Duke Cameron e Luca Vricella.



L'operazione, estremamente complessa, è durata sei ore. Avvenuta nel Centro di cardiochirurgia «Vincenzo Gallucci». È stato proprio Gallucci, di cui Stellin è stato allievo, a sperimentare per primo questo tipo di operazione in Italia. L’operazione è stata dunque eseguita in sinergia tra le due équipe. Il viaggio dei due specialisti è stato sostenuto dall'Università Johns Hopkins mentre la onlus «Un cuore, un mondo» si è accollata l'accoglienza. Venerdì la visita di controllo ha confermano la totale guarigione di Giorgia, che ha potuto tornare nella sua casa nel trevgiano. Quella che i suoi genitori non hanno dovuto vendere.
Ultimo aggiornamento: 21:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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