Omicidio a luci rosse, a processo
la "lucciola" che uccise il postino

Venerdì 6 Dicembre 2013 di Lorenzo Zoli
Omicidio a luci rosse, a processo la "lucciola" che uccise il postino
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Un lungo rituale di morte. Prima il sesso. Poi il soffocamento. Poi la mattanza a bastonate. Poi di nuovo il soffocamento. Un omicidio efferato, dietro il quale l'accusa vede la premeditazione e sul quale aleggia lo spettro del possibile ergastolo. Cleide Aparecida De Paula, brasiliana 45enne,è comparsa ieri dinanzi ai giudici della Corte d'assise.

La vittima fu Andrea Marcomin, 53 anni, di Adria, postino in pensione. Ucciso la sera dell’11 ottobre dell’anno scorso in un monolocale di via Luigia Modena Colorni, nel cuore di Rovigo. Dove la brasiliana si prostituiva.

Tirava a campare così. Arrivata in Italia una ventina di anni fa, si era sposata a Roma, con un italiano benestante. Morto anzitempo. La brasiliana si era poi legata a un conoscente del coniuge scomparso, che l'aveva portata a vivere nel Delta. E che si trova ora a processo con l'accusa di averla violentata.

Tutto iniziò come un normale rapporto sessuale. Al quale avrebbe fatto seguito un gioco erotico. Prima all'ex postino furono legate le mani dietro la schiena, poi gli furono infilati un paio di slip in bocca, sigillata con nastro adesivo. Poi furono legate anche le gambe. Ed è a questo punto che accadde qualcosa che non poteva più essere scambiato per una piccante deviazione sessuale. La "lucciola" colpì ripetutamente il cliente con una gamba del letto in precedenza smontata: fendenti a testa, orecchie e nuca. Infine, un nuovo soffocamento: prima con una vestaglia, poi con un sacchetto della spesa.

I giudici hanno disposto una perizia psichiatrica.

La De Paula, infine, sarebbe vittima in un altro processo.

Ultimo aggiornamento: 7 Aprile, 23:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA