"Il demone della modernità":
nuova mostra a palazzo Roverella

Sabato 14 Febbraio 2015 di Elisabetta Zanchetta
"Il demone della modernità": nuova mostra a palazzo Roverella
ROVIGO - È stata inaugurata con le autorità ieri sera e apre oggi a palazzo Roverella la mostra «Il demone della modernità - Pittori visionari all'alba del secolo breve», promossa da Accademia dei Concordi, Fondazione Cariparo e Comune di Rovigo. Una nuova sfida che il curatore Giandomenico Romanelli porta a Rovigo, per far conoscere molte opere inedite di artisti europei.

Nelle sei sezioni della mostra («Sotto il segno di Lucifero», Luoghi dell'illuminazione e ziggurat dell'anima", «Angeli e demoni. Sogni, incubi e visioni», Il trionfo delle tenebre verso l'olocausto mondiale", Altre metamorfosi", «Luci(fero) tra i grattacieli»), presentate ieri, «si intrecciano i temi del sesso, del peccato, della morte, dell'aldilà, i movimenti esoterici, gli ideali di verità e il misticismo. Le emozioni si rincorrono, alternando la serenità all'inquietudine, l'ironia alla violenza, la dolcezza alla ferocia, binomi che danno voce a un mondo che ha perso il proprio centro di gravità e si rivolge con sentimenti altalenanti verso l'incertezza dell'imminente, incontrovertibile futuro» ha sottolineato Romanelli.

Fra le tante opere, spiccano le 25 chine acquerellate inedite di Alberto Martini, dal titolo «Lotta per l'amore» e le tele di artisti croati pressoché sconosciuti (Zwintscher, Racki, Sessia) che rivelano tutta la genialità nel proporre visioni apocalittiche, minacce di mostri sconosciuti, la premonizione di disastri incombenti e figure di morte.

Altra chiave di lettura della mostra, molto più "contemporane", quella data dello psichiatra Vittorino Andreoli, presente ieri alla presentazione al Salone del grano e poi al taglio del nastro.

«La mostra parla della paura, di quello stato d'animo che storicamente acquista una dimensione non più declinabile da ognuno di noi. La paura di un popolo - avverte - che ha una dimensione collettiva, quella della morte, della mancanza di amore, di fronte alla quale esistono solo due vie d'uscita: la fuga, l'immobilità psicologica, oppure la violenza intesa come distruttività del tutto».

La mostra rimarrà aperta fino al 14 giugno, tutti i giorni feriali dalle 9 alle 19, festivi e sabato dalle 9 alle 20. Chiuso il lunedì non festivi. I biglietti sono di 11 euro (intero) e di 9 euro (ridotto, per bambini da 6 e 8 anni, over 65, studenti universitari, insegnanti, categorie convenzionate), martedì e mercoledì dalle 14 alle 18. Nel prezzo del biglietto è compresa l'autoguida.

Entrata gratuita fino ai 5 anni, ai portatori di handicap e una accompagnatore, militari. Per le famiglie fino a tre persone, pagano solo i genitori; da 4 persone in su pagano solo i genitori e un figlio. Sono previste visite guidate su prenotazione singole e di gruppo, laboratori didattici, eventi, promozioni e aperture speciali. Per info e prenotazioni: 0425.460093.
Ultimo aggiornamento: 16:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA