Il calciatore inneggiò all'Isis, squadra lo perdona poi chiude: «Troppi insulti»

Martedì 17 Marzo 2015 di Enzo Fuso
La Stientese al completo, Hakim è il secondo da destra in prima fila
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STIENTA - «Ho già preparato la lettera di dimissioni da presidente, la farò pervenire alla società e al sindaco per comunicargli l’intenzione di non essere più alla guida della Stientese».

Eugenio Zanella non ha mandato giù l'arbitraggio che domenica a Taglio di Po ha condannato la sua squadra alla sconfitta contro la Tagliolese nella 9^ di ritorno di Prima categoria. Due rigori, uno meno chiaro dell'altro contro i quali la squadra ha protestato ricavandone solo ammonizioni che costeranno due esclusioni domenica prossima con lo Scardovari.

Questi torti arbitrali, secondo lui determinati dal clima creatosi attorno alla squadra dopo il caso Hakim, sono figli della volontà di qualcuno di punire la sua società per aver reintegrato il giocatore marocchino che si era scusato e aveva precisato il senso delle sue dichiarazioni sulle stragi di Parigi al Charlie Hedbo e all'Hyper Cacher.

Ne ha le tasche piene e per rispetto dei giocatori e degli altri dirigenti, che hanno varie volte manifestato la loro adesione al suo pensiero, rimarrà alla Stientese per sbrigare la faccende burocratiche fino alla fine del campionato. Poi porterà le chiavi al sindaco, si preoccupi lui di trovare un altro gruppo per mandare avanti la società.

«È un clima che non riesco più a sopportare - continua Zanella - sabato nella partita degli allievi contro il Cavarzere ci hanno mandato un arbitro a cui non importava avere la stessa maglia nera dei nostri ragazzi e del portiere veneziano. Gli abbiamo fatto presente che potevamo cambiarla. Ha detto che il regolamento è così. Se poi un giocatore gli passava la palla credendolo un compagno, andava bene lo stesso. Ma cosa siamo, burattini?».

Sulla stessa lunghezza d'onda del presidente c'è il ds Franco Fornasiero: «Oggi la Stientese non esisterebbe più - dice - se c'è ancora lo si deve al nostro senso di responsabilità verso giocatori e tifosi. Come si fa ad andare in campo quasi scortati dai carabinieri. Non pericolo pubblico. Il nostro torto è stato quello di aver ritenuto sincere le scuse del giocatore».

Ultimo aggiornamento: 18 Marzo, 14:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA