Zaia-Moretti, battaglia da Vespa
Sul Mose è fuoco incrociato

Venerdì 3 Aprile 2015 di Alda Vanzan
Flavio Tosi, Alessandra Moretti, Bruno Vespa, Luca Zaia e Jacopo Berti
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ROMA - Altro che scintille. Sono state rasoiate. Un match nel salotto televisivo di Bruno Vespa che ieri sera ha visto Luca Zaia e Alessandra Moretti suonarsele di santa ragione.

Ed era quello che i telespettatori (ed elettori) forse si aspettavano visto che per la prima volta, messi uno di fronte all'altro, il governatore uscente e la sfidante hanno potuto replicarsi a vicenda senza ricorrere a comunicati, lanci di agenzia, post, tweet. Sul tema della corruzione, sulle accuse della responsabilità politica di vicende giudiziarie come il Mose, Zaia e Moretti hanno monopolizzato il confronto, mentre gli altri due sfidanti, l'ex segretario della Lega Flavio Tosi e il pentastellato Jacopo Berti, hanno fatto quasi da spettatori.

A dire il vero, è sembrato che Moretti e Tosi giocassero di sponda, visto che a togliere le castagne dal fuoco al sindaco di Verona è stata proprio l'ex europarlamentare del Pd. L'argomento era la Commissione antimafia presieduta da Rosy Bindi con le accuse di infiltrazioni criminali nella città scaligera. Tosi cita il procuratore capo di Verona: "Sono solo controversie politiche". Berti ribatte: "Il vicesindaco di Verona è stato arrestato, cinque anni per corruzione". "Ma non c'entra con la mafia, quella è corruzione personale", replica Tosi. La parola passa ad Alessandra Moretti che elogia Rosy Bindi ("Fa bene a indagare"), ma giusto perché mancano due mesi al voto e "non vorrei strumentalizzare", la candidata del Pd cambia argomento e ritira in ballo la Retata Storica del Mose: l'ex governatore Giancarlo Galan e l'assessore Renato Chisso arrestati, dov'era Zaia? Tosi si eclissa, telecamere sul governatore uscente.

Moretti: "Galan ha sottratto 20 milioni e ne deve restituire solo due e mezzo, intanto sta nella sua faraonica villa. Non deve più succedere".

Zaia la blocca: "Nelle 800 pagine di inchiesta che ha visto coinvolte 32 persone risulta chiaro che se c'era un guastafeste era il sottoscritto. E poi Moretti omette che il Pd nello scandalo del Mose c'era a pieni mani: arrestati il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni e l'ex capogruppo in Regione Giampiero Marchese. La Lega non ha avuto coinvolgimenti, non accetto lezioni da un partito che ha 400 indagati e 35 arrestati".

Moretti: "Il tuo assessore Chisso è finito in galera". Zaia: "La mia giunta non c'entra con il Mose, rettifica". Moretti: "Non rettifico, tu eri il vicepresidente di Galan, vi siete anche scambiati al ministero dell'Agricoltura, siete in continuità". Zaia: "Io non ho mai avuto avvisi di garanzia".

Il fair play non esiste più. Zaia: "L'indagine sul Mose è iniziata nel 2009. Se tutti sapevano perché non avete denunciato?". Moretti: "Sono stata io a dire a Orsoni di dimettersi e Renzi ha commissariato il Consorzio Venezia Nuova".

Tosi difende il governatore: "È un errore dire che Zaia è responsabile di quello che ha fatto Chisso, la responsabilità penale è personale" (e dunque neanche Tosi può dirsi responsabile di quel che ha combinato il suo vice). Ma il match non è ancora finito. Moretti: "La Lega è commissariata". Zaia: "Ti hanno detto di dire questo in trasmissione?". Lei insacca e alza il tiro: "Noi abbiamo messo il limite dei due mandati, tu avrai candidati che si ripresentano per la quinta volta". E qui il destro arriva da Berti: "Detto da una che si è candidata quattro volte e non ha mai finito il mandato...".

Partono i "ritratti" dei candidati, Zaia immortalato nei campi e sul trattore, Moretti ricompare nell'infelice intervista "ladylike" quando rivendicava il valore della bellezza in politica, con tanto di foto del bacio in spiaggia con Massimo Giletti. Lei guarda Vespa: "Noto che solo che con le candidate donne cadete nel gossip, io sto facendo quello che nessun candidato ha fatto, un tour in Veneto, in 57 giorni ho visitato 345 comuni, conosciuto 20mila persone". Zaia l'ha già apostrofata: "Su di me non c'è gossip".

Vanno d'accordo tutti e quattro solo quando si parla di sicurezza, di immigrati e di ladri, di case svaligiate e di anziane rapinate. Qui il candidato 5 Stelle alza il tiro: "Se continuiamo a mettere ladri nelle istituzioni, non lamentiamoci se poi ci vengono in casa". E ricorda: "L'ex consigliere regionale del Pd Marchese è stato condannato (in realtà ha patteggiato, ndr) e continua a ricevere il vitalizio". Berti avrebbe avuto un "asso da calare" - parole sue - ma in un'ora di trasmissione non ce l'ha fatta. Lo confida dopo ai cronisti: "Se Vespa non avesse interrotto per dare la pubblicità avrei svelato il patto del Nazareno alla veneta. Tosi e Moretti sono d'accordo con Renzi per far cadere la Lega in Veneto? A Tosi daranno un ministero".

Ultimo aggiornamento: 14:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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