Mutuo senza garanzie, via l'ipoteca
e la villa di Galan passa allo Stato

Mercoledì 25 Novembre 2015
Mutuo senza garanzie, via l'ipoteca e la villa di Galan passa allo Stato
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VENEZIA - (gla) Via libera alla confisca di villa Rodella, la lussuosa abitazione con parco a Cinto Euganeo, in provincia di Padova, dove l’ex Governatore del Veneto, Giancarlo Galan, risiedeva assieme alla famiglia.

Il gip di Venezia, Giuliana Galasso, ha depositato ieri il provvedimento con cui definisce alcune questioni relative al definitivo passaggio dell’immobile allo Stato, tra cui l’ipoteca che era stata iscritta nel 2013 da Veneto Banca, a garanzia di un mutuo concesso allo stesso Galan. Tale ipoteca è stata annullata: il giudice ha ritenuto prevalente la procedura di confisca, ritenendo che l’istituto bancario non sia riuscito a provare la propria "buona fede" nei rapporti intrattenuti con l’ex Governatore veneto.

Dagli atti dell’inchiesta emerge, infatti, che in una prima fase Veneto Banca accordò una linea di credito pari ad un milione di euro senza chiedere all’allora presidente della Regione alcuna garanzia. E, successivamente, a fronte del mancato pagamento da parte di Galan del primo rateo del mutuo (con scadenza al 31 dicembre del 2013) la banca non prese alcun provvedimento, limitandosi a modificare le condizioni del contratto e rinviando di un anno quella scadenza.

Il tutto con una decisione assunta il 6 giugno del 2014: sei mesi dopo la scadenza del rateo e, fatalità, due giorni dopo l’ordinanza di custodia cautelare dello scandalo Mose, da cui si apprese l’intenzione della Procura di voler arrestare il politico di Forza Italia, nel frattempo diventato deputato.

«In mancanza della prova che nel concedere l’affidamento alla Margherita srl (la società della famiglia Galan, ndr) e nelle procedure di esazione Veneto Banca abbia seguito le linee guida in materia creditizia dirette alla miglior tutela dell’istituto, il suo diritto reale di garanzia non può prevalere sulla confisca penale; consegue la cancellazione dell’ipoteca», scrive il giudice.

Questa vicenda aggiunge allo scandalo Mose l’ennesimo capitolo all’insegna di rapporti opachi, questa volta tra potere politico e finanza.

Ad un qualsiasi cittadino che si rivolge ad una banca per un modesto prestito di poche migliaia di euro vengono pretese solide garanzie; a molti imprenditori vengono negati i finanziamenti e impedito di tenere in vita le aziende; ai comuni mortali è sufficiente una sola rata di mutuo pagata con pochi giorni di ritardo per incorrere in revoche del prestito e richieste di rientro immediato. Nel caso dell’ex Governatore del Veneto tutto ciò non è accaduto, ed è facile intuirne le ragioni. Alla società Margherita srl fu autorizzato uno scoperto di un milione di euro senza garanzie personali, nonostante la società avesse un capitale sociale di appena 20mila euro, di cui soltanto 5mila inizialmente versati. Qualche garanzia fu chiesta a Galan e alla moglie, Sandra Persegato, soltanto dopo l’ottobre del 2012, a seguito di successivi affidamenti per un ulteriore milione e 150mila euro. Davanti al gup, Veneto Banca non ha fornito alcuna spiegazione del trattamento "amichevole" riservato all’ex Governatore. E l’ipoteca è stata cancellata. Se la Cassazione confermerà il provvedimento del gip, la banca dovrà rivalersi direttamente su Galan se vorà sperare di recuperare i suoi soldi, poco meno di due milioni.

Ultimo aggiornamento: 24 Novembre, 14:55

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