VENEZIA - (gla) Via libera alla confisca di villa Rodella, la lussuosa abitazione con parco a Cinto Euganeo, in provincia di Padova, dove l’ex Governatore del Veneto, Giancarlo Galan, risiedeva assieme alla famiglia.
Il gip di Venezia, Giuliana Galasso, ha depositato ieri il provvedimento con cui definisce alcune questioni relative al definitivo passaggio dell’immobile allo Stato, tra cui l’ipoteca che era stata iscritta nel 2013 da Veneto Banca, a garanzia di un mutuo concesso allo stesso Galan. Tale ipoteca è stata annullata: il giudice ha ritenuto prevalente la procedura di confisca, ritenendo che l’istituto bancario non sia riuscito a provare la propria "buona fede" nei rapporti intrattenuti con l’ex Governatore veneto.
Dagli atti dell’inchiesta emerge, infatti, che in una prima fase Veneto Banca accordò una linea di credito pari ad un milione di euro senza chiedere all’allora presidente della Regione alcuna garanzia. E, successivamente, a fronte del mancato pagamento da parte di Galan del primo rateo del mutuo (con scadenza al 31 dicembre del 2013) la banca non prese alcun provvedimento, limitandosi a modificare le condizioni del contratto e rinviando di un anno quella scadenza.
Il tutto con una decisione assunta il 6 giugno del 2014: sei mesi dopo la scadenza del rateo e, fatalità, due giorni dopo l’ordinanza di custodia cautelare dello scandalo Mose, da cui si apprese l’intenzione della Procura di voler arrestare il politico di Forza Italia, nel frattempo diventato deputato.
«In mancanza della prova che nel concedere l’affidamento alla Margherita srl (la società della famiglia Galan, ndr) e nelle procedure di esazione Veneto Banca abbia seguito le linee guida in materia creditizia dirette alla miglior tutela dell’istituto, il suo diritto reale di garanzia non può prevalere sulla confisca penale; consegue la cancellazione dell’ipoteca», scrive il giudice.
Questa vicenda aggiunge allo scandalo Mose l’ennesimo capitolo all’insegna di rapporti opachi, questa volta tra potere politico e finanza.