Viaggio nei bunker antivirus dove
Ebola non fa più paura

Sabato 25 Ottobre 2014 di Daniela Boresi
Viaggio nei bunker antivirus dove Ebola non fa più paura
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VENEZIA - «Il vero prezzo di Ebola è la paura». Non lo dice a cuor leggero l’assessore regionale alla sanità Luca Coletto, sa benissimo che la macchina che il Veneto sta mettendo in piedi per arginare una ipotetica epidemia di Ebola deve essere impeccabile. Nessuna smagliatura, con i virus non si scherza. «Se poi tutto quanto messo in moto non verrà fortunatamente usato, ci diranno che siamo stati esagerati, ma non possiamo rischiare».



La gente si muove, il Veneto è terra di animi di grande generosità che aiutano gli altri dei diversi Continenti. C’è un fitto tessuto commerciale che si muove ad altissima velocità. E questo rende tutto imprevedibile.







SCATTA L’ALLARME

Il "sistema anti-Ebola" è millimetrico, costerà più nella fatica che nei soldi (alla fine si sfiorerà a spanne il mezzo milione di euro). É il protocollo più rigido che la Regione abbia applicato ad oggi, migliaia le persone coinvolte tra medici e infermieri. Cosa accade nel momento in cui c’è un caso sospetto? La dottoressa Francesca Russo direttore della Prevenzione della Regione Veneto ci aiuta in questo percorso. Le situazioni a cui ci si può trovare dinnanzi sono diverse, ad esempio un paziente che si reca dal medico di base con sintomi che sono altamente sospetti. «In questo caso - sottolinea la dottoressa Russo - Il protocollo richiede che venga accompagnato in una stanza isolata dal resto dell’ambulatorio, lontano da persone, nell’attesa che l’ospedale mandi un’ambulanza». Lo stesso se si trova a casa propria, o in un altro luogo.

Nel Veneto ci saranno dalle 5/7 ambulanze attrezzate con una barella che può essere isolata dall’esterno. Le strutture, del costo di 13 mila euro l’una, sono state ordinate ad una ditta israeliana che le consegnerà tra un mese ai Pronto Soccorso. Sono destinate agli ospedali di Venezia, Verona, Padova, Vicenza e Treviso. I potenziali contagiati possono essere trasportati solo su questi mezzi, con personale a bordo specializzato per l'evenienza munito di tuta anti contaminazione. Parenti o persone che sono venute a contatto con il paziente vengono portate in ambienti idonee e controllate.

«Nelle ambulanze ci sono barelle che possono isolare completamente il paziente grazie ad un coperto trasparente - spiega il professor Enzo Raise, direttore delle Malattie infettive di Mestre e Venezia - Sono a pressione negativa e sono dotate di bocchettoni, con guanti, che vengono utilizzati dal medici per somministrare al paziente qualsiasi tipo di terapia». La parola d’ordine è "nessun contatto".





Ultimo aggiornamento: 26 Ottobre, 09:46

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