Scandalo Mose, il gip: «Validi i verbali
degli interrogatori a Mazzacurati»

Mercoledì 27 Maggio 2015 di Gianluca Amadori
Giovanni Mazzacurati
VENEZIA - Le condizioni di salute in cui versa l’ex presidente del Consorzio Venezia Nuova (Cvn) Giovanni Mazzacurati non consentono la sua audizione in contraddittorio con la difesa. E così i verbali d’interrogatorio da lui resi dopo l’arresto del luglio 2013, con l’accusa di turbativa d’asta, sono stati acquisiti al fascicolo d’inchiesta, e avranno valore di prova.



Lo ha stabilito il giudice per le indagini preliminari Alberto Scaramuzza, chiudendo l’incidente probatorio richiesto dalla difesa di due ex amministratori pubblici indagati nell’inchiesta sul cosiddetto "scandalo del Mose", l’ex presidente del Consiglio regionale del Veneto ed ex europarlamentare di Forza Italia, Lia Sartori, e l’ex sindaco di Venezia, l’avvocato Giorgio Orsoni.



Entrambi negano con decisione l’accusa di aver ricevuto finanziamenti elettorali illeciti nel 2010 da Mazzacurati e per provarlo avevano chiesto di poter contro-interrogare Mazzacurati che, davanti ai magistrati della Procura di Venezia, li ha chiamati pesantemente in causa, raccontando di alcuni versamenti di denaro effettuati ad entrambi.

Mazzacurati, ha da poco compiuto 83 anni e si trova dallo scorso autunno in California, nella villa di proprietà della moglie: il suo legale, l’avvocato Giovanni Battista Muscari Tomaioli, nei mesi scorsi ha prodotto al gip Scaramuzza una serie di documenti medici da cui risulta che l’ex presidente del Consorzio Venezia Nuova, un tempo tra gli uomini più potenti d’Italia, non è più in grado di ricordare e, di conseguenza, di deporre a causa delle peggiorate condizioni di mente.

Su questa circostanza si giocherà una parte consistente del processo che, in sede di udienza preliminare, si aprirà con molte probabilità dopo l’estate.

La difesa di tutti gli indagati che non hanno patteggiato cercherà di dimostrare che le condizioni mentali di Mazzacurati erano compromesse fin dal momento in cui decise di confessare di fronte ai pm veneziani, nell’estate del 2013. Di conseguenza, secondo la difesa non vi è la certezza che ciò che ha raccontato sia tutto vero e attendibile, anche se molte circostanze sono state confermate da altri imputati e da riscontri obiettivi.



Nel corso della penultima udienza dell’incidente probatorio, il pm Stefano Ancilotto ha messo a segno un "colpo" importante per cercare di dimostrare che due anni fa l’ex presidente del Cvn era nel pieno delle sue facoltà mentali: ha prodotto le dichiarazioni della dottoressa di fiducia di Mazzacurati, la quale sostiene che l’anziano paziente, da lei visitato anche quando si trovava ai domiciliari dopo l’arresto per il Mose, era in quel momento perfettamente lucido.



Il medico ha indicato nella morte del figlio, il regista Carlo, nel gennaio 2014, il momento in cui è iniziata la fase di decadimento psichico; peggioramento gradualmente progredito nel tempo e da lei verificato personalmente in una visita effettuata in California, nel novembre scorso.



La battaglia sulla salute di Mazzacurati è comunque soltanto all’inizio. Ora si attende che la Procura formuli la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti dei 10 indagati che finora non hanno chiesto riti alternativi, tra cui figura anche l’ex ministro Altero Matteoli. L’acquisizione dei verbali d’interrogatorio dell’ex presidente del Cvn, decisa oggi dal gip Scaramuzza, vale ovviamente soltanto per i due indagati che hanno chiesto l’incidente probatorio, ovvero Lia Sartori e Giorgio Orsoni.
Ultimo aggiornamento: 13:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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