Gli 80 anni del mitico Harry's
Un film racconta il bar dei vip

Lunedì 3 Agosto 2015 di Vettor Maria Corsetti
Ernst Hemingway all'Harry's
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VENEZIA - Un film-documentario dedicato agli ottant'anni dell'Harry's Bar sarà presentato alla Mostra del Cinema di Venezia.

«L'ho visionato solo pochi giorni fa, in forma privata, perché fino ad allora è stato tenuto segreto anche a me - commenta Arrigo Cipriani - Ne sono rimasto molto soddisfatto, e naturalmente mi ha fatto piacere che sia stato selezionato per la Mostra. A colpirmi di più sono stati i giudizi lusinghieri e le interviste ai clienti, da veneziani affezionati quali Marino Folin al critico d'arte Achille Bonito Oliva, da Hemingway a Orson Welles, da Montale a Woody Allen, da Onassis ad Agnelli, da Frank Sinatra a Truman Capote: ho trovato giusto che a parlare del locale e della sua storia fossero soprattutto loro. Perché in fin dei conti, se siamo ancora qui è grazie all'affetto dei clienti, ed è sempre stata la clientela a fare la fortuna della mia famiglia».





"Harry's Bar" è un film-documentario di una quarantina di minuti prodotto da Giovanni Cassinelli per Wider Films in collaborazione con Camilla Nesbitt e Pietro Valsecchi per Taodue, inserito nel programma delle "Giornate degli Autori" alla rassegna del Lido. Arrigo Cipriani, pur non nascondendo un certo compiacimento, precisa che l'idea è nata con intenti tutt'altro che promozionali e quasi per caso da una conversazione con la nipote Carlotta Cerquetti, autrice del soggetto insieme a Irene Bignardi.



«Carlotta a questo livello è una vera professionista, e in precedenza si è occupata di altre opere del genere - continua il patròn dello storico locale di calle Vallaresso, sinonimo di Venezia a livello globale - È stata lei, quasi a sorpresa, a decidere di realizzare un film-documentario sulla famiglia, sull'Harry's Bar e su quello che significa il cognome Cipriani in tutto il mondo. Non perché sia una mia parente, ma devo ammettere che è riuscita a farlo molto bene, senza cadere nell'autocelebrativo e concedendo ampio spazio agli altri, com'era giusto che fosse».



Dal 1931, prima con il padre Giuseppe Cipriani (già barman dell'Hotel Europa) e poi con il figlio Arrigo, l'american bar e ristorante chiamato da quest'ultimo "La Stanza" (appena una quarantina di metri quadrati, arredamento essenziale, soffitti bassissimi, una dozzina di tavoli e un bancone di non più di quattro metri) si è intrecciato con la storia della città e ha visto passare il jet set dei cinque continenti, capi di stato e politici di fama internazionale, oltre a scrittori, artisti, musicisti e cineasti di vaglia. Tra questi l'americano Ernest Hemingway, che tra il 1949 e il 1950, durante la stesura del romanzo ad ambientazione veneziana e veneta "Di là dal fiume e tra gli alberi", ne fece la sua seconda casa godendo in ogni occasione di un tavolo ad uso esclusivo.



Senza dimenticare il Bellini e il Carpaccio, il cocktail e il piatto analogamente e indissolubilmente legati tanto ai Cipriani quanto al loro locale, che oggi come in passato attira una clientela internazionale e locale per i suoi aperitivi e le sue prelibatezze.

"La Stanza" è monumento nazionale dal 2001. Avviata da Giuseppe grazie a un finanziamento per riconoscenza dell'amico-cliente Harry Pickering, che credeva nelle potenzialità del suo barman di fiducia, ad essa fecero seguito l'apertura di una locanda a Torcello, e nel dopoguerra dell'Hotel e Villa Cipriani alla Giudecca e a Asolo, fino all'esportazione del marchio in tutto il mondo.



E dopo mezzo secolo d'attività ininterrotta (e per sua stessa ammissione, ben lungi dal considerarsi conclusa), ora il continuatore Arrigo incrementa la sua presenza a Torcello, dandosi all'agricoltura con la semina di 180mila piantine di carciofi: «Devo molto anche a quest'isola, che per inciso ho sempre trovato incantevole - precisa - Peccato non sia più coltivata come in passato. Dunque ci ho pensato io, partendo da un ettaro di mia proprietà e affittando a tale scopo altri terreni. Lo faccio non solo perché mi piace, ma per cercare di darle nuova vita. Il primo raccolto? Orientativamente tra aprile e maggio: per quel periodo farò omaggio a chi ne farà richiesta delle prime castraure».
Ultimo aggiornamento: 10:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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