Regione, una donna per il Pd:
sarà la Rubinato a sfidare Zaia

Lunedì 4 Agosto 2014 di Giorgio Gasco
Simonetta Rubinato
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VENEZIA - «Adesso tutti diranno che...». Impossibile, infatti, non dire che Simonetta Rubinato, molla gli ormeggi e si avvia lungo la strada che porta alla candidatura a governatrice della Regione Veneto. Il Pd, suo partito, stando al segretario regionale Roger De Menech, deciderà entro l’autunno chi indicare come avversario di Luca Zaia (sempre che nella Lega non entrino in gioco gli "sgambettarori").



«Nulla si decide senza primarie» puntualizza la deputata trevigiana, componente della direzione nazionale democrat. De Menech è servito. Il segretario ha ipotizzato una scelta senza passare dal consenso pre-elettorale, in presenza «di un personaggio forte e da tutti riconosciuto» come è avvenuto per Chiamparino in Piemonte. Ma è stato subissato dai "non se ne parla proprio". «Più siamo, meglio è», parola di Rubinato. Così la corsa del Pd alla poltrona più alta del Veneto potrebbe tingersi di rosa: Alessandra Moretti, eurodeputata vicentina, Laura Puppato, senatrice trevigiana anche lei nella direzione nazionale, e appunto la Rubinato.



Renzi sarà soddisfatto: tre donne disposte a giocarsi la faccia per fare da contraltare all’asse Lega-Forza Italia, in un momento ritenuto propizio per tentare di spodestare il centrodestra dalla guida del Veneto. Ma non basta. Il messaggio della Rubinato è chiaro: «Non bastano le visite del premier, ci vuole una proposta forte che sia di stimolo per, non contro, Matteo». E attenzione: «Il governatore Zaia è forte, radicato, sa parlare a cuore e pancia della gente. Una politica, però, che rischia di trasformare i confini del Veneto in un recinto, mentre la regione deve partecipare allo sviluppo sostenibile ambientale, sociale, finanziario».

La sfida al femminile, se così sarà, metterà di fronte tre donne dello stesso partito, ma molto diverse l’una dall’altra. La Moretti, già vicesindaco di Vicenza, si è affacciata al palcoscenico mediatico dopo aver abbandonato la linea Bersani per entrare nelle file renziane e centrando l’obiettivo dell’Europarlamento. La Puppato, dopo un’esperienza di sindaco di Montebelluna e di consigliere regionale, ha sfidato Renzi alle primarie e alle elezioni è stata eletta al Senato. Stessa provenienza cattolica per la Rubinato, sindaco per anni di Roncade, ora siede a Montecitorio e nella direzione nazionale dem.

E proprio lei, lancia la sfida al partito, dando la sveglia sul fronte programmatico. Ci prova partendo dal basso, con i "Barcamp" itineranti, una serie di "non conferenze aperte, i cui contenuti sono proposti dai partecipanti stessi". Appunto, «tutti partecipanti, nessuno spettatore». Il fulcro per costruire una candidatura appoggiandosi al territorio, fuori dai palazzi. Primo appuntamento, sabato prossimo a Lamon, in provincia di Belluno, il secondo il 13 settembre nel Monastero di Maranco a Caorle. «Abbiamo scelto Lamon - spiega - come simbolo del "Veneto che manca". La cittadina bellunese è stata la prima a guardare oltre i confini regionali, con l’intento di passare, democraticamente con un referendum, in Trentino Alto Adige. Non era questione di soldi, ma di un sentire lontana la propria Regione». Un campanello «che avrebbe dovuto far capire al governatore Zaia, che c’é un Veneto che vuole cambiare senza secessione o indipendenza». Attacca la Rubinato: «Invece di accusare sempre e solo un governo che a suo dire relega il Veneto a periferia dell’impero, Zaia utilizzi gli strumenti costituzionali e di legge ordinaria, modificati da questo esecutivo, che già permetterebbero al Veneto l’autonomia differenziata».



Dal metodo e dal programma, vuole iniziare la deputata trevigiana, chiamando a raccolta la società: amministratori (i sindaci, donne, di Lamon Vania Malacarne, di Quarto d’Altino Silvia Conte, e di Zero Branco Mirco Feston), rappresentanti dell’associazionismo, dell’impresa come il veneziano Alberto Baban, presidente nazionale delle Piccole e medie Imprese di Confindustria. La parola d’ordine: «Costruire, per lasciare, come facevano i nostri padri. Per consegnare alle prossime generazioni opportunità, certezza dei diritti. Un futuro». Prima questo, «poi parliamo di primarie».
Ultimo aggiornamento: 5 Agosto, 07:03
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