Pochi ricoveri ma più lunghi
Veneto promosso dall'Osservatorio

Martedì 31 Marzo 2015 di Daniela Boresi
Pochi ricoveri ma più lunghi Veneto promosso dall'Osservatorio
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Pavoneggiarsi non è mai un bello sport, ma se a fare i complimenti sono altri e pure di "campo neutro", non resta che prenderseli e farne tesoro. Quella del Veneto è la migliore sanità italiana e a dirlo sono i numeri. Ed, ad esempio, la regione dove si ricovera di meno; dove ci fanno meno parti cesarei e si utilizzano farmaci in quantità minore.



Un neo però c’è, ed è quello della lunghezza dei tempi di degenza, che superano di 1,1 giorno la media nazionale: chi viene ricoverato rimane in ospedale un po’ di più. L’Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane, che ha sede all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, coordinato dal professor Walter Ricciardi, ogni anno avvalendosi del lavoro di 195 esperti in sanità pubblica, stila la sua graduatoria delle "buone pratiche".



E quest’anno premia il Veneto. Nelle aree che contano, come i ricoveri, la spesa pro capite per la farmaceutica o per l’assistenza in genere, il Veneto risulta la miglior regione, distanziata per una incollatura, in alcune branche dal Friuli Venezia Giulia.







MENO RICOVERI - «Ricoveriamo di meno perchè abbiamo un buon territorio - sottolinea l’assessore alla Sanità Luca Coletto - Ma poi teniamo in ospedale i pazienti qualche giorno in più perchè abbiamo molti anziani. E con un budget che è sottostimato. A fronte di una ospedalizzazione più bassa riusciamo ad ottenere risultati eccellenti: questa è la buona sanità». Il merito dei numeri secondo Coletto si chiama "Revisione del Piano socio sanitario e successive schede applicative". «Ci hanno tanto osteggiato, ma alla fine abbiamo dimostrato che i tagli fatti sono serviti a razionalizzare non a indebolire - aggiunge Coletto - Ad esempio meno spesa farmaceutica non significa che si cura di meno perchè il numero delle ricette è cresciuto: abbiamo solo imparato ad usare i medicinali che costano di meno».



POCHI CESAREI - In Veneto il numero dei parti cesarei è più basso rispetto la media nazionale: 26,4 contro il 36,3. E la quota è in ulteriore diminuzione rispetto agli anni precedenti. Basso anche il tasso di mortalità infantile che si attesta sul 2,78 per mille nuovi nati, mentre in Italia supera il 3. Ancora più bassa se si parla di neonati: 1,91 sempre per mille, contro il 2,34. In tema di bambini, è elevato il numero di quanti praticano sport: 26,5 per cento contro il 21,5 nazionale.



QUANTO SI SPENDE - La spesa sanitaria pro capite è di 1724 euro contro un valore medio italiano del 1816. «Per la corrente gestione ho ottenuto che venissero liberate per il Veneto ulteriori risorse per aumentare un po’ la quota - spiega Coletto - E poter quindi offrire ulteriori servizi». Per quanto riguarda il consumo dei medicinali a carico del sistema sanitario, è cresciuto il numero delle ricette, ma è sceso quello della spesa pro capite: 161,1 euro, sotto la media nazionale che supera i 187. É anche vero però che i veneti aprono spesso i cordoni della borsa per acquistare medicinali (a tutto vantaggio della spesa pubblica): il 16,1 per cento della spesa pro capite, contro le altre regione dove l’esborso "privato" non supera il 12,8 per cento.



COMUNICARE CON IL WEB - In fatto di tecnologia il Veneto straccia il resto d’Italia: il 100 per cento della sanità è connesso con il web attraverso il quale "dialoga" con i cittadini. Ben il doppio della media nazionale. «L’obiettivo è quello di rendere la sanità sempre più informatizzata - conclude l’assessore - Per ridurre i tempi d’attesa, ad esempio».
Ultimo aggiornamento: 11:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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