Casinò, il flop è doppio. Mostrati
conti e segreti al gruppo sloveno Hit

Domenica 20 Aprile 2014 di Elisio Trevisan
Il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni taglia il nastro per l’inaugurazione di una nuova sala nel 2013
VENEZIA - Il Casinò di Venezia ha mostrato tutti i suoi segreti a Hit, un gruppo in vendita. Hit è tra gli asset non strategici di cui la Slovenia intende cedere la partecipazione (43,9%) per far entrare nelle casse statali un miliardo di euro.



Il Casinò di Venezia, dopo aver speso un milione e mezzo di euro per le analisi dell'advisor legale e finanziario, ha dato accesso alla data room virtuale, che contiene tutte le informazioni economiche e gestionali della Casa da gioco, alla Hit slovena. Società che si è pure presentata con dei partner finanziari, che ora conoscono al pari suo anche come funzionano gli sciacquoni delle toilette nelle due sedi di Ca' Vendramin Calergi in centro storico e Ca' Noghera in terraferma.



Quello che in città viene definito come un flop, ossia la gara per la privatizzazione del settore gioco andata deserta, rischia di essere in realtà doppio. Perché non solo nessun grande gruppo ha fatto un'offerta di acquisto che potesse far entrare il Casinò di Venezia in un circuito internazionale tornando a far crescere gli introiti e salvando il bilancio comunale a quegli incassi legato, ma ora la Casa da gioco è come un libro aperto per un gruppo che sta per essere messo sul mercato.



«Non può essere che di questa solenne cantonata nessuno paghi pegno o, come già si sente in giro, lo paghino solo gli incolpevoli lavoratori» hanno scritto unanimi i sindacati del settore riferendosi ai vertici del Casinò che hanno gestito l'operazione e del Comune che l'hanno avallata. Al di là delle proteste, che vedono sullo stesso fronte anche centrodestra e parte della sinistra del Consiglio comunale, si tratta di vedere come uscirne. Per i sindacati la soluzione è «abbandonare l'idea di nuove avventure e ricercare il consenso dei lavoratori per mettere in campo credibili piani di rilancio». Il sindaco Giorgio Orsoni, che l’altro ieri si era invece detto propenso a un nuovo bando di gara o a una trattativa privata, ha aggiunto: «È chiaro che gli investitori fanno una valutazione complessiva di redditività dell'investimento, vincoli e costi di gestione».



La proposta della trattativa privata è la stessa avanzata ieri dal gruppo Hit che, con un comunicato, ha rivelato di essere uno dei tre entrati nella "data room", di non aver presentato un'offerta perché le richieste del bando sono troppo alte per consentire un ritorno economico dell'investimento; ma di essere pronto a intavolare una trattativa privata con il Comune. Col senno di poi e dal punto di vista sloveno, la mossa è stata geniale: ha fatto capire ufficialmente che ha in mano tutti i nostri dati, procurandosi così una vetrina internazionale per una società che il Governo sloveno vuole cedere, e ora ci offre la trattativa. Indovinare chi ha più potere contrattuale tra le due parti è facile. Salvo che Casinò e Comune di Venezia non pensassero sin dall'inizio di costituire con Hit un nuovo gruppo che diventerebbe uno dei più importanti in Europa nel settore dei grandi casinò: una realtà da circa 250 milioni di euro d'incassi annui che viene solo dopo i francesi, i quali raggiungono 2 miliardi e mezzo divisi però tra 250 piccole case da gioco con una media di 10 milioni l'uno, e gli svizzeri che arrivano a 600 milioni, con 17 casinò. Ammesso, dunque, che i genii siamo stati noi, a parte la questione lavoratori, rimarrebbero solo un paio di dubbi: perché non è stata Venezia a chiedere i conti a Hit invece del contrario. E come lo spiegheranno ora al Consiglio comunale il quale ha votato una delibera che prevede tutta un'altra cosa.
Ultimo aggiornamento: 21 Aprile, 11:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci