Trapiantati, marcia indietro
dell'Aifa cure antirigetto gratis

Domenica 26 Aprile 2015 di Daniela Boresi
La sede dell'Agenzia Italiana del farmaco
L’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, si è messa una mano sul cuore e ha aperto i cordoni della borsa: i farmaci destinati ai pazienti trapiantati verranno rimborsati.

Il terremoto era partito qualche giorno fa quando l’Aifa aveva comunicato che i medicinali antirigetto, se non generici, sarebbero diventati a pagamento. Una questione di non poco conto se si considera che hanno un costo non indifferente, circa 300 euro a paziente per mese (fra i 30 e gli 85 euro a confezione che dura di norma 15 giorni) e che chi ha subito un trapianto di organo non può evitare di assumerli: pena il rigetto dell’organo.

Ieri il comunicato dell’Aifa rovescia la decisione.



Nella seduta del 22 aprile, su parere della Commissione tecnico scientifica, l’Agenzia "ha deciso di mantenere tutti i medicinali a base di ciclosporina (la sostanza antirigetto) nella lista di trasparenza, ossia nell’elenco dei farmaci rimborsabili dal sistema sanitario nazionale.

A sostegno della associazioni dei pazienti: Acti (cardiotrapiantati), Aned (Associazione nazionale trapiantati e dializzati), Aitf (trapiantati di fegato), Liver-pool (Associazioni dei trapiantati di fegato) si era schierata anche la Regione Veneto con l’annuncio di una delibera per l’assuzione delle spese che i pazienti avrebbero dovuto sostenere in proprio: 260 mila euro l’anno.



L’Aifa nella sua delibera ha allargato il tiro. Ha infatti disposto che il costo rimborsato dal Sistema sanitario nazionale dei farmaci distribuiti in convenzione nelle farmacie, coincida con quello al pubblico del medicinale prescritto. Questa disposizione (che avrà valore fino al 15 ottobre del 2015) per evitare di far ricadere sui pazienti l’aggravio economico dovuto alla differenza di prezzo tra il farmaco "griffato" e il suo equivalente.



Sull’uso della ciclosporina equivalente comunque l’Aifa non molla e nei prossimi giorni incontrerà la associazione scientifiche, quelle dei pazienti, le Case farmaceutiche e i rappresentanti della Conferenza Stato-Regione per raccomandare l’utilizzo della ciclosporina equivalente (che come è ovvio costa meno di quella di marca).

«Questa volta – commenta con soddisfazione Luca Zaia – abbiamo colto i tagliatori di Renzi con le mani nelle tasche della gente e una sana bacchettata sulle dita li ha costretti alla ritirata. Per i circa 3000 trapiantati in terapia in Veneto significa non dover tirare fuori una cifra complessiva attorno ai 250 mila euro l’anno. Un vero e proprio salasso, un insulto a chi è stato malato così gravemente da dover subire un trapianto, che la Regione non avrebbe comunque permesso, perché eravamo pronti a farci carico noi dell’intero costo».



Ma se per i trapiantati la vicenda si chiude positivamente, per tutti i pazienti che devono utilizzare farmaci ad alto costo, quelli che l’Aifa sta immettendo nel mercato, si apre una voragine: prezzi troppo alti e regioni che difficilmente riusciranno a far fronte alla spesa. Si parla di medicinali tumorali di ultima generazione e dei farmaci destinati ai pazienti con epatite C.

«Le Asl venete - ricorda Zaia - hanno già stanziato somme per svariati di milioni di euro per erogare questi farmaci e in un anno arriveremo a circa 100 milioni, somma che è esattamente un quarto dei 400 milioni totali messi dal Governo che dovrebbero essere ripartiti tra tutte le Regioni». Un accordo che il Veneto non ha firmato, ma che se dovesse passare rischierebbe di impattare in modo violento sulla possibilità di cura».
Ultimo aggiornamento: 20:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci