Stato di crisi per il turismo, Zaia:
«Catastrofe, intervenga il governo»

Sabato 6 Settembre 2014
I numeri della crisi
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VENEZIA - Turismo dal segno meno, o zero, quando va bene. Per l’industria più importante del Nordest i dati di Federlberghi mettono in luce una gelata potentissima proprio in estate. Per la prima volta nel Paese i dati da giugno ad agosto sono "tristemente negativi". Lo dice il presidente nazionale di Federalberghi, Bernabò Bocca al quale si affianca in modo deciso il governatore del Veneto Luca Zaia.



«La crisi del turismo estivo - dice Zaia - rischia di avere conseguenze catastrofiche sulla prima economia d'Italia e il Veneto, prima Regione turistica del Paese, non intende stare con le mani in mano. In Veneto, come già annunciato - dice Zaia - stiamo raccogliendo tutti i dati necessari per chiedere, a fine stagione, e ormai ci siamo, lo stato di crisi, perché siamo di fronte ad una situazione che incide profondamente non solo sul settore alberghiero, ma anche su quello degli stabilimenti balneari, del commercio, della ristorazione. Un occhio di assoluto e particolare riguardo deve essere rivolto agli operatori della montagna - incalza Zaia - che il maltempo, prima invernale e adesso estivo, ha letteralmente martirizzato la montagna».

Marco Michielli, presidente di Confturismo del Veneto e vicepresidente di Federalberghi nazionale è laconico: «Temo che i dati che avremmo ad ottobre per il Veneto siano peggiori di quelli nazionali. Come sempre i dati da noi arriveranno in ritardo e dobbiamo ricordare che nel "segno meno o stop" italiano si devono sommare i risultati positivi delle città d’arte». Insomma il turismo in crescita a Roma (cioè il 90 per cento del turismo laziale) e i record di altre città contribuiscano ad una media che invece per il Nordest sarà amara. Le perdite si aggirano sul 20%: gli alberghi in montagna calano del 30-40, al mare fino al 10; negli appartamenti giù del 20, i campeggi meno 10 sicuro. «Tonfi pesanti - aggiunge Michielli - al turismo balneare e anche del lago. C’è la crisi eccome e si deve intervenire anche perché la spirale si è appena avviata: per avere presenze si sono ridotti i prezzi e i fatturati caleranno. I costi però sono rimasti gli stessi per le nostre imprese».

Mettendo in conto un’estate ogni cinque con meteo brutto gli albergatori non si strappano i capelli ma guardano al futuro: «Il problema sono le presenze italiane - spiega Michielli - Dal 2009 ad oggi gli italiani nei nostri alberghi sono calati del 40 per cento circa. e non sono stati sostituti. Una crisi che ha colpito anche altri settori».

Anche per questo Zaia ritiene «non più procrastinabili misure non convenzionali: sostegni al credito, defiscalizzazione degli investimenti, incentivazione della promozione, previsioni meteo più precise e meno spettacolarizzate, riduzione dell'Iva portandola al livello enormemente inferiore con cui viene applicata in Paesi diretti competitori come Francia e Spagna. Questa volta il twit con l'hashtag lo faccio io: #sipuofare... - conclude - il Premier e il Governo, una volta tanto, passino all'azione».

«Questo paese - spiega Michielli - deve avere una vera guida turistica, un ministro di valore. Alcuni dati sono d brividi: il turismo italiano ha 258 milioni di presenze, quello della Germania 250. Capisco che ci abbiano superato gli spagnoli che fanno piani economici a lungo termine. Ma che i tedeschi abbiano tanti turisti come noi... Il futuro qui? O entro cinque anni il veneto sposta il suo turismo dalle ruote alle ali o andiamo incontro ad una desertificazione: il mondo cambia e noi stiamo fermi».

Anzi. I dati di Federlberghi dicono che in Italia il saldo dei pernottamenti da giugno ad agosto + pari allo 0% (rispetto al 2013) e per la prima volta nella storia delle statistiche moderne un calo a luglio (-0,6%) e agosto (-0,2%), per il crollo della domanda interna. Con cali nell’occupazione vicini al 3 per cento. Mai così male nella storia turistica. Davvero un’estate da brividi.

A. F.
Ultimo aggiornamento: 7 Settembre, 09:08

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