Camera di commercio Istro-veneta
«Spariti i soldi versati dai veneti»

Lunedì 31 Agosto 2015 di alda vanzan
Camera di commercio Istro-veneta «Spariti i soldi versati dai veneti»
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Denunce. Dimissioni. Accuse di tentati "golpe", ma anche esposti per firme falsificate e fondi che sarebbero stati gestiti allegramente. C’è di tutto nella vicenda che riguarda la Camera di commercio Istro Veneta, un organismo sorto un anno fa ad Albona con il supporto di Unioncamere venete e che oggi riunisce 104 imprese, per il 70 per cento italiane. Una associazione che avrebbe dovuto aiutare gli imprenditori veneti che operano in Istria, soprattutto ora che da Bruxelles stanno arrivando flussi di denaro consistenti. Ma l’esperienza di questa Camera di commercio rischia di interrompersi.

Vediamo intanto chi ne fa parte. Il presidente è - o era a seconda dei punti di vista - Teobaldo Giovanni "Teo" Rossi, uno dei vicepresidenti è Luca Pavanato, tra i soci fondatori c’è Christian Sottana, che alle ultime comunali di Venezia sosteneva il candidato sindaco Gianangelo Bellati. Quest’ultimo è il segretario generale di Unioncamere del Veneto e nella vicenda dell’Istria c’entra per due motivi: prima di tutto perché Unioncamere ha sostenuto la nascita di questa Camera di commercio dando dei contributi (Bellati dice circa 25mila euro, Rossi cita due tranche, una da 20mila e un’altra da 14mila euro), il secondo motivo (che Bellati smentisce) è perché viene tirato in ballo per via l’assunzione della segretaria di questa associazione: «Bellati impose che la segretaria generale fosse Dubravka Skopac che lavora nel suo villaggio turistico in Croazia», dice Rossi. «Io non ho nessun villaggio turistico, ho un piccolo investimento dove affitto quattro appartamenti e la signora Dubravka Skopac ha un contratto con me di part-time, segue la portineria. E comunque alla Camera di commercio Istro Veneto è arrivata prima Skopac e solo dopo Rossi».

Teo Rossi, però, ha presentato un esposto alla Procura di Pola accusando la segretaria Skopac di aver «dilapidato tutti i fondi di oltre cento aziende venete iscritte alla Camera di commercio, prosciugando le casse della Cciv». Non solo: Rossi parla di un bonifico di 35mila kune effettuato dalla segretaria Skopac per pagare una fattura ad un’ associazione "Informo" di Buje, «beneficiaria la nostra consigliera Monica Brsic che con lo Studio Tosi di Verona avevano compilato un progetto europeo di 280mila euro presentato a Zagabria ma "bocciato" in quanto non credibile». E accusa la segretaria di aver «effettuato decine e decine di mie firme, logicamente false, su atti pubblici e privati».

«Sono beghe personali», taglia corto Bellati, riservandosi di «agire in tutela del mio nome» e annunciando che, vista la situazione, Unioncamere si chiama fuori:«Non possiamo più sostenere una associazione che litiga».

Nel frattempo Rossi pare essere rimasto l’unico al vertice perché 5 su 7 componenti del direttivo/segreteria si sono dimessi. Tra l’altro a luglio Rossi era stato "spodestato", i soci in una assemblea a Marghera avevano affidato la presidenza a Luca Baggio, ex consigliere regionale leghista passato con Flavio Tosi, ma Baggio, «vista la situazione complessa e compromessa», ha rinunciato. Rossi ha contestato quell’assemblea («Non ha nessun valore legale»), ha presentato l’esposto, dopodiché in cinque, compreso il vice Pavanato e la segretaria Skopac, si sono dimessi. E adesso? Sabato a Pazin-Pisino è convocata l’assemblea della Cciv.
Ultimo aggiornamento: 1 Settembre, 08:20

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