Salvini avverte il sindaco "ribelle":
«Flavio, così rischi l'espulsione»

Martedì 24 Febbraio 2015
Matteo Salvini e Flavio Tosi
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VERONA - Venti di scissione e di espulsioni nella Lega, mentre si avvicina la manifestazione nazionale di Roma di sabato prossimo.



"Su Zaia non si discute. Chi lo mette in discussione si mette fuori gioco. Se c'è qualche leghista che ha tempo da perdere per beghe interne si accomoda fuori", fa sapere Matteo Salvini intervistato da Repubblica tv, riferendosi allo strappo di Flavio Tosi in Veneto.



Il sindaco di verona ha infatti minacciato di candidarsi governatore contro l'uscente Luca Zaia. "È un'ipotesi che i veneti saprebbero valutare come un'ipotesi assolutamente abominevole che va al di là di ogni pessima aspettativa", commenta a sua volta il presidente del Veneto.



Tosi però non arretra affatto. Alla manifestazione di Roma, spiega, quasi certamente ci sarà "per non prestare il fianco a speculazioni". Su tutto il resto, però, è guerra.



"Se Salvini decidesse per espellermi? Spetta al consiglio federale in ogni caso ognuno si assume le sue responsabilità", avverte infatti il sindaco. "Io difendo l'autonomia della Liga Veneta sul prendere decisioni sulle elezioni. Lo scontro è tutto lì, perché prima non c'erano tensioni. Io sono una persona coerente e la Lega è un partito con uno statuto che prevede che alleanze e liste le facciano le realtà regionali, quindi la Liga Veneta».



La questione Veneto sarà al centro del consiglio federale lumbard convocato per lunedì prossimo a Milano. Chi di commissariamento ferisce di commissariamento perisce: è la polpetta avvelenata che i detrattori di Flavio Tosi si apprestano a confezionargli a Milano in occasione della riunione del consiglio federale della Lega. Lo confermano più fonti tra le seconde linee del Carroccio veneto, spiegando che il commissariamento del segretario nazionale della Liga verrebbe chiesto sulla base di due precise violazioni dello statuto del movimento.



La prima riguarda il fatto che Tosi sarebbe andato sui media a parlare del partito. Un 'peccato' che lo stesso sindaco di Verona ha fatto scontare in passato con espulsioni e commissariamenti di sezioni.
La seconda fa perno sul divieto di partecipare a un'altra organizzazione politica. E Tosi ha creato nell'ottobre 2013 la Fondazione 'Ricostruiamo il Paese' con un'articolazione territoriale chiamata 'i Fari'. Terzo motivo addotto per l'ipotesi di commissariamento, «un tabù infranto» dicono i suoi detrattori, ovvero l'aver ventilato una candidatura alla presidenza della regione in contrapposizione a Luca Zaia, lo sfidante designato dai vertici del partito. Intanto in Veneto si sta andando alla conta per verificare su quali appoggi numerici Tosi potrà realmente basarsi in consiglio, visto che molti dei leghisti a lui vicini non hanno gradito le sue ultime mosse. «Non vedo una soluzione facile in questo momento - dice l'europarlamentare Lorenzo Fontana - serve la buona volontà di tutte le parti per trovare un accordo». «La lista Tosi non ha senso - conferma un suo ex fedelissimo, il segretario veronese Paolo Paternoster - creerebbe solo confusione». Roberto Marcato, presidente del consiglio comunale di Padova, non ha dubbi sul fatto l'uscita volontaria di Tosi dal Carroccio sarebbe solo un suicidio politico. «Tutti i pasdaran, tutti quelli che sono voluti andarsene in questi anni - afferma categorico - sono morti tutti».
Ultimo aggiornamento: 18:19
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