Mister Diesel coltiva il futuro
diventa bio ed entra in NaturaSì

Martedì 14 Gennaio 2014 di Maurizio Crema
Mister Diesel coltiva il futuro diventa bio ed entra in NaturaSì
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VENEZIA - La terra è il futuro. Dei giovani e del Nordest. Ne è profondamente convinto Renzo Rosso, il vicentino patron di Otb e della Diesel, protagonista di tante iniziative a sfondo sociale in Africa come in Italia (come il microcredito nell’Emilia terremotata), che ha deciso di diventare socio di EcorNaturaSì, la società con sede legale a Verona e centro logistico-commerciale a San Vendemiano (Treviso), i pionieri delle coltivazioni biologiche e cibo bio in Italia, 230 milioni di fatturato (+ 12% sul 2012), 113 punti vendita col marchio NaturaSì e 300 con quello Cuorebio.



«Sono entusiasta di quest’esperienza che considero unica e un modello anche per il Nordest. In un momento di crisi trovare persone che guardano al futuro come Fabio Brescacin e i suoi amici mi dà energia. Abbiamo la stessa filosofia: fare prodotti di qualità, di lusso democratico, che migliorano la vita, il futuro dei nostri giovani può essere davvero la terra», spiega Renzo Rosso, diventato socio di EcorNaturaSì (con la società d’investimenti Red Circle) insieme a Giorgio Rossi Cairo, imprenditore della consulenza strategica e proprietario dell’azienda agricola biodinamica La Raia di Novi Ligure (vini Gavi e Barbera certificati e pluripremiati).



A San Vendemiano, nel cuore dell’area vocata a Prosecco, è nato un laboratorio che sta facendo scuola in Italia e potrebbe farla anche nel mondo. «Siamo partiti negli anni ’80 con la voglia di realizzare qualcosa di diverso, di promuovere un’agricoltura più rispettosa dell’ambiente, eravamo un po’ fricchettoni e volevamo cambiare il mondo, farlo più buono - spiega il presidente di EcorNaturaSì Fabio Brescacin - esigenze e desideri che non erano solo nostri, ci siamo messi insieme e abbiamo creato la Libera Fondazione Antroposofica Rudolf Steiner che ancora controlla EcorNaturaSì. Nell’86 l’incidente Chernobyl ha fatto realizzare a molti quanto fosse importante tutelare la terra. Abbiamo aperto piccoli negozi bio, fondato scuole per diffondere i nostri valori, creato un’azienda biodinamica a San Michele di Conegliano.



La rete si è allargata, il consumatore ci ha capito. Oggi dopo trent’anni possiamo dire che è andata bene. Ma c’è ancora molto da fare a sostegno dell’agricoltura bio e, in coincidenza con l’uscita di alcuni soci, abbiamo deciso di aprire le porte del capitale a Renzo e a Giorgio dopo che nel 2012 era già entrata la famiglia».



«Non essere troppo umile, tu e gli altri amici della Fondazione siete dei geni, avete capito con decenni d’anticipo quanto fosse importante un’agricoltura rispettosa dell’ambiente, sana, di quanto la gente oggi fosse pronta ad affrontare costi maggiori per avere prodotti dì alta qualità, voi siete i nostri artigiani del cibo - commenta Rosso -. Io ho scoperto quanto fosse importante il rispetto del lavoro della terra con Bono in Africa, quando siamo riusciti a far pagare di più il cotone coltivato dai contadini locali.



E credo che un’alimentazione di qualità sia un vero lusso oggi. Voglio che diventi democratico, accessibile, garantendo i giusti margini di guadagno e una continuità di reddito a chi lavora la terra. Speriamo di dare il nostro contributo in termini di creatività, innovazione, esperienza imprenditoriale, di aiutarli a diffondere i loro negozi».
Ultimo aggiornamento: 15 Gennaio, 15:31

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