Prosecco vino “sottopagato”:
nelle vigne braccianti sfruttati

Domenica 30 Agosto 2015 di Mattia Zanardo
Prosecco vino “sottopagato”: nelle vigne braccianti sfruttati
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TREVISO - Lavoravano per più ore e con una paga ben inferiore a quanto previsto dalle normative italiane.

Nelle vigne e nei campi trevigiani, assicurano gli esperti, non si registrano significativi casi di «caporalato» o di sfruttamento come in altre zone d'Italia, ma sta prendendo piede un nuovo fronte del lavoro irregolare: la Direzione provinciale del Lavoro di Treviso ha scoperto trenta "interinali" del tutto fuori norma.



Gli addetti erano tutti stranieri, in prevalenza romeni e polacchi, ed erano stati assunti da varie aziende agricole locali (soprattutto della parte settentrionale della provincia) tramite una società di fornitura di manodopera, a sua volta con sede in Romania. Le condizioni di lavoro presentavano vistose irregolarità, a partire dall'orario di lavoro eccessivo e dalla retribuzione al di sotto dei minimi stabiliti dal contratto collettivo di categoria.



«Come risulta evidente dai controlli effettuati, il fenomeno del caporalato non è socialmente rilevante nel settore agricolo trevigiano - conferma Sabrina Gaeta, responsabile della Vigilanza ordinaria della Dpl di Treviso - ma stanno emergendo forme di lavoro irregolare somministrato, in particolare con agenzie estere. Per questo stiamo dedicando alla questione la massima attenzione».



Gli accertamenti sulla vicenda non sono ancora conclusi e non è escluso che la società romena possa aver piazzato personale in altre aziende. Nel complesso, nel corso del 2014 la Dpl trevigiana ha individuato 27 lavoratori in nero in 14 imprese agricole, nei primi otto mesi di quest'anno le violazioni delle norme contributive e previdenziali riguardano 9 addetti di 7 ditte. Ma la struttura sta svolgendo anche una campagna di prevenzione e informazione con le associazione imprenditoriali e i sindacati di categoria, in particolare sulle regole dei contratti in somministrazione.



Pratiche irregolari come questa rischiano di aumentare in un periodo come quello dell'imminente vendemmia, in cui maggiore è la richiesta di manodopera. Sono stimati in quasi trentamila gli addetti al lavoro nei vigneti in queste settimane, soprattutto sulle colline del Prosecco. «Una parte di sommerso indubbiamente esiste - ribadisce Andrea Zanin, trevigiano, segretario regionale della Fai Cisl (il sindacato dei lavoratori dell'agroalimentare) - e logicamente aumenta in corrispondenza di un picco produttivo, ma resta su dimensioni minime».



E tra i filari si continua a parlare soprattutto italiano (spesso e volentieri dialetto), a differenza di quanto avviene, ad esempio, in Piemonte per la raccolta del moscato: «Certo, ci sono aziende che si avvalgono di squadre di stranieri - spiega Stefano Zanette, presidente del Consorzio di tutela del Prosecco doc -ma in prevalenza la manodopera nella vendemmia resta locale».
Ultimo aggiornamento: 16:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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