Poste Italiane "rassicura" i Comuni:
«Uffici chiusi? Sì, ma più servizi»

Giovedì 26 Febbraio 2015
Poste Italiane "rassicura" i Comuni: «Uffici chiusi? Sì, ma più servizi»
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É un piano ben complesso quello che Poste Italiane sta mettendo a segno con la chiusura di alcuni uffici. Piano che ha messo in allerta non poche comunità che temono un arretramento dell’offerta. «Ma la nostra rivoluzione non va assolutamente in questa direzione - ci tiene a spiegare il responsabile di Poste Italiane area Nordest Cosimo Andriolo - Innanzitutto si tratta di una "mappa chiusura" decisamente limitata, sono 73 uffici su 1739, e riguarda piccolissimi uffici dopo che è stata fatta un’analisi approfondita caso per caso, seguendo quelli che sono i parametri di legge».

La normativa era chiara: divieto di chiudere uffici unici nel territorio, salvaguardare le aeree rurali e montane. «Massimo rispetto per le proteste, ci rendiamo contro che creiamo un disagio, ma dobbiamo anche fare alcune considerazioni - continua Andriolo - Abbiamo un rapporto abitanti-ufficio postale di 4500 per ufficio, quando la media italiana è di 4700. In Germania di 6400. Non si può dire che la presenza di Poste italiane sul territorio non sia pesante. Va anche detto che le risorse che vengono recuperate in virtù dei tagli vanno a rafforzare lo stesso territorio. Poi ci sono i nuovi servizi che Poste Italiane sta predisponendo per i propri utenti».



Primo tra tutti il "Postino telematico": in servizio ce ne sono attualmente 3752, muniti di un terminale portatile e forniscono a domicilio alcune funzioni, con l’utilizzo di moneta elettronica.



«Il postino telematico svolge molti ruoli - continua Andriolo - Non solo la consegna della corrispondenza, ma ha anche il compito di facilitare l’accesso ad alcuni servizi per i cittadini. Abbiamo pensato soprattutto alle categorie più svantaggiate, pensionati, persone con difficoltà motorie, e più in generale tutti coloro che per varie ragioni non possono recarsi quotidianamente negli uffici postali». Quindi il pagamento di bollettini, servizi personalizzati di consegna della corrispondenza.

Gli obiettivi che l’azienda a livello nazionale si pone nei prossimi 5 anni sono ambiziosi: circa 3 miliardi di euro di investimenti in infrastrutture e piattaforme digitali per l’innovazione dell’offerta, di cui 500 milioni per la riqualificazione e la sicurezza degli Uffici Postali. Una forte crescita nella logistica pacchi con obiettivo di quota di mercato superiore al 30% nel segmento tra impresa econsumatore e soprattutto uno sviluppo della piattaforma dei pagamenti digitali: da 20 a 30 milioni di carte di pagamento.

A questo si aggiungono 8 mila assunzioni, di cui il 50% tra giovani laureati e nuove professionalità e 3 milioni di ore di formazione specialistica e manageriale.



Intanto in Friuli Venezia Giulia è stato dato i via libera per l’apertura di un tavolo di confronto tra Regione, Anci e Poste proprio per discutere la chiusura dei 13 uffici che dovrebbero chiudere il prossimo 13 aprile. L’iniziativa parte direttamente dall’associazione dei comuni del Friuli VG dopo l’incontro avvenuto a Roma tra Anci, i rappresentanti della regioni, la presidente di Poste Italiane Spa Luisa Todini e l’ad Francesco Caio. Condivisa l’idea di aprire un tavolo di trattativa. Lo stesso amministratore delegato ha assicurato che «Il presidio capillare del territorio non s’indebolisce a fronte di una razionalizzazione di alcuni uffici, in quanto è già stata realizzata in sede nazionale l’apertura al pubblico, di pomeriggio, di oltre 300 uffici ad alto traffico».riproduzione riservata
Ultimo aggiornamento: 27 Febbraio, 07:07

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