Nutrie, per i Coldiretti è invasione
ma i Comuni piangono miseria

Lunedì 27 Aprile 2015 di Umberto Sarcinelli
Nutrie, per i Coldiretti è invasione ma i Comuni piangono miseria
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MESTRE - Le nutrie ormai sono dappertutto. Avvistate nei paesi, incontrate nei campi, viste nuotare nei canali, stanno allargandosi perfino in mare. Popolano interi tratti di Piave, Sile, Tagliamento, Bacchiglione. Tanto da finire all’ordine del giorno dei vertici in prefettura, come a Vicenza, dove è stato istituito un tavolo di lavoro con i Consorzi di bonifica, il Corpo Forestale, la Questura, le Ussl e le Province per risolvere un problema che la popolazione avverte come una vera e propria emergenza, da Vicenza a Pordenone.



Alcuni comuni hanno autorizzato cacciatori e agricoltori a sparare alle nutrie. Ma questo problema potremmo chiamarlo "lo scarica nutrie" dopo che la legislazione nazionale ha tolto questo roditore dalla lista delle specie selvatiche, quindi cacciabili, dandogli uno status simile a quello dei ratti. Questa decisione, presa recentemente, ha scaricato il problema sui comuni e sui servizi sanitari, esautorando di fatto Province e Regioni. «La Regione ci dia indicazioni di comportamento chiare e uniformi per tutte le province venete - chiede Silvio Parise, presidente del Consorzio di bonifica Alta Pianura Veneta - così da evitare modalità diverse a seconda dei confini geografici. La soluzione più semplice è l’abbattimento sul posto , ma siamo aperti a un confronto, purché sui tempi brevi».

In pratica prima si poteva sparare alle nutrie con il fucile, salvo deroga per i periodi di chiusura della caccia, oggi no. Però ognuno può catturare e uccidere questi animali, come si fa con i topi. Peccato che i topi e i ratti siano animaletti che pesano al massimo qualche centinaio di grammi, mentre il "castorino" può arrivare tranquillamente ai 13 chilogrammi. Quindi i Comuni si sono trovati tra capo e collo un problema di non facile risoluzione. Estromesse Regioni e Province, dovrebbero essere gli enti locali ad avviare campagne di "derattizzazione", catturando le nutrie con gabbie e poi sopprimendole. Già, ma come senza incorrere nel reato di maltrattamento di animali? La soluzione del gas è la più "normale", ma presuppone impianti e specialisti, quindi costi non banali. Il veleno è escluso, per intuibili problemi ambientali che ne deriverebbero.



«Sopprimere questi animali è l’unica alternativa sensata - continua Parise - se vogliamo salvare il nostro territorio e non rendere vano il lavoro di manutenzione che i Consorzi di bonifica tentano di portare avanti. Il fatto è che in passato nessuno ha tentato di limitare la diffusione di questi animali».

I danni che provocano le nutrie sono essenzialmente derivati dallo scavo per le intricate gallerie delle loro tane, che indeboliscono e rendono permeabili gli argini di canali e fiumi. E dire che l’allevamento di nutrie è stato incentivato, una ventina d’anni fa, propagandandolo come una fonte di reddito notevole, ma il mercato della pelliccia di "castorino" è crollato praticamente a zero, lasciando "effetti collaterali" di cui tutta la collettività ne sta pagando le conseguenze.
Ultimo aggiornamento: 28 Aprile, 07:15

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