CORTINA D'AMPEZZO - Ha telefonato a casa ieri ai famigliari a Cortina d’Ampezzo, Guido Salton, gestore del rifugio Biella assieme alla moglie Laura Constantini, e ha tranquillizzato tutti: sto bene non preoccupatevi, ma ho difficoltà a comunicare.
Queste in sostanza le parole dell’alpinista veneto (classe 1947) attualmente alle pendici dell’Himalaya in Nepal nella valle del Kumbu dove si apprestava a compiere un trekking sul tetto del mondo.
Guido era partito da Cortina il 16 aprile scorso e avrebbe dovuto unirsi ad altre persone per una lunga escursione che lo avrebbe impegnato per oltre un mese.
Ieri, parlando con la figlia Cristina, Guido ha confermato di non avere sofferto danni per le valanghe che si sono staccate dall’Everest, ma che le reti telefoniche sono in condizioni precarie e quindi è molto difficile poter comunicare.
A Kathmandu, Guido si doveva incontrare anche con il nipote Aldo. Un ingegnere di 36 anni che ha studiato in Inghilterra, Francia e Hong Kong specializzato in strutture antisismiche. Aldo Constantini ha curato la messa in sicurezza dell’ambasciata del Regno Unito proprio di Kathmandu e poi quella in Bangladesh a Dakha. A Kathmandu, il nipote di Guido Salton ha reso antisismica anche la scuola francese della capitale del Nepal. Tuttavia, al momento non è dato sapere se questi due edifici hanno resistito all’energia distruttiva sprigionata dal sisma di 7.9 gradi Richter che ha già causato più di 2mila morti.
La moglie di Guido, Laura, che a giugno riaprirà il rifugio alla base della Croda del Becco a 2.327 metri nel Parco naturale delle Dolomiti d'Ampezzo, pare tranquillizzata dalle parole del marito che, guida alpina e impegnato nel progetto EV-K2-Cnr in Nepal, peraltro l’ha abituata ad avventure sulle montagne più alte del pianeta oltre che sulle amate Dolomiti.
