Mose, nuovi controlli sui lavori
Procedure passate al setaccio

Venerdì 3 Luglio 2015 di Gianluca Amadori
Mose, nuovi controlli sui lavori Procedure passate al setaccio
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VENEZIA - Le procedure adottate finora per realizzare il Mose, il sistema di paratie mobili progettato per difendere Venezia dalle acque alte, saranno passate al setaccio, sia sotto il profilo del rispetto delle normative europee, sia per verificare le soluzioni tecniche adottate.



I tre commissari prefettizi nominati al vertice del Consorzio Venezia Nuova lo hanno spiegato al procuratore aggiunto di Venezia, Carlo Nordio, durante un incontro avvenuto ieri mattina, nel corso del quale è stata confermato il 2018 come termine per la conclusione dell’opera. Giuseppe Fiengo, Francesco Ossola e Luigi Maistro, accompagnati da un colonnello della Guardia di Finanza, sono rimasti per circa un’ora e mezza in Procura per illustrare lo stato di avanzamento dei lavori al magistrato che ha coordinato l’inchiesta sul maxi sistema corruttivo proseguito per oltre un decennio, gestito dall’allora presidente del Cvn, Giovanni Mazzacurati.



Un incontro di routine, è stato definito, dal quale è emerso che i commissari vogliono avere un quadro preciso della situazione per evitare sorprese, dopo che l’inchiesta penale ha evidenziato che il soggetto deputato a controllare i lavori - il presidente del Magistrato alle acque, braccio operativo del ministero dei lavori pubblico in laguna - era al soldo del Cvn. «Noi non possiamo interferire sui lavori, ma ci auguriamo che siano completati il prima possibile» ha dichiarato il pm Nordio all’uscita con un’espressione che non è riuscita a nascondere una certa preoccupazione. Il procuratore aggiunto ha negato che si sia parlato del nuovo sviluppo dell’inchiesta, ovvero dell’estensione delle accuse alle società coinvolte nel "sistema Mose", che la Procura intende citare a giudizio ai sensi della legge 231 del 2001, che prevede sanzioni pecuniarie molto pesanti, nonché la possibilità di confische e inibizioni temporanee all’attività. Concluso l’incontro, sono state diffuse all’Ansa alcune dichiarazioni di Fiengo.



Per quanto riguarda i finanziamenti per il completamento del Mose è stato annunciato «un nuovo interesse da parte della Bei, che dopo aver bloccato tutto, nei giorni scorsi, con una lettera datata 26 giugno, ha ripreso i rapporti con noi, iniziando a chiedere nuove documentazioni - ha spiegato - I soldi per finire le opere ci sono tutti. Quelli che mancano sono i fondi per gli interventi di compensazione, riguardo ai quali stiamo facendo un lavoro congiunto con i Ministeri dell'Ambiente e della Cultura per trovare il sistema per fare interventi sui quali la collettività veneta sia d'accordo».



Per quanto riguarda la manutenzione, il commissario Ossola propone di iniziarla in costanza dei lavori: «Ha ragione in quanto ci sono paratoie realizzate da anni che hanno già bisogno di manutenzione», ha dichiarato Fiengo, aggiungendo che sarà garantita la massima informazione su tutto ciò che riguarda il Mose: «Abbiamo deciso di seguire l'applicazione del regolamento europeo sulla trasparenza, facendo pubblicare tutto quello che si può, con i soli limiti relativi agli atti in via di formazione e alla tutela delle imprese - ha spiegato il commissario - È finita l'epoca del chiuso, ma non è facile visto che ci sono alcune resistenze. Siamo qui per mettere a posto qualcosa che si è evoluto in tanti anni, e per poterlo fare vogliamo sapere tutto quel che è successo, aver chiaro il meccanismo per cui si è prodotto il guasto. E anche gli imprenditori devono capirlo. I lavori del Mose non possono essere fatti risparmiando e nessuno leva loro i soldi. Ma ci devono dire quanto pagano le persone che lavorano».
Ultimo aggiornamento: 12:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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